Milano 15 Gennaio – Tutte le stazioni delle quattro linee della metropolitana di Milano ora sono cardioprotette. Atm annuncia che si è conclusa l’installazione dei defibrillatori nelle stazioni del metrò, avviata lo scorso ottobre nelle principali stazioni di interscambio e fatta in collaborazione con Areu. “Con gli ultimi interventi – spiega l’azienda dei trasporti – ora sono cardioprotette tutte le 113 stazioni della rete metropolitana, per un’estensione di 100 km circa”.
Si tratta di unità Dae (defibrillatore automatico esterno) ovvero apparecchiature semiautomatiche, maneggevoli e pratiche per un rapido intervento nelle stazioni e nelle vicinanze. “Un’iniziativa e un investimento importanti – sottolinea Atm – Con oltre 1 milione 200 mila persone trasportate ogni giorno, grazie anche a questi progetti la metropolitana è diventata un’organizzazione tale da garantire spostamenti ordinati e sicuri ai suoi 330 milioni di passeggeri all’anno”.
I defibrillatori – proprio per le loro caratteristiche automatiche e per la guida vocale di cui sono dotati che fornisce le istruzioni necessarie al soccorritore – possono essere utilizzati oltre che dagli operatori del 118, anche da chiunque riconosca un arresto cardiaco e voglia intervenire, offrendo così una maggiore tempestività nell’esecuzione delle prime manovre di soccorso.
I dispositivi sono stati collocati in diversi punti nei corridoi o nei mezzanini, facilmente individuabili grazie al cartello segnaletico che riporta il simbolo dell’apparecchio e la sigla “Dae”. Ogni unità è inserita in una teca dotata di un pannello informativo sul quale sono indicate in sintesi le modalità di utilizzo del defibrillatore. In caso di necessità, all’apertura della teca si attiva un allarme acustico dalla durata di circa 30 secondi e, una volta prelevata la valigetta contenente il defibrillatore, viene inviato un segnale alla centrale operativa che monitora 24 ore al giorno lo stato dei Dae avvisando dell’utilizzo dell’unità. Ogni defibrillatore, dotato di un geolocalizzatore, garantisce la guida del soccorritore attraverso semplici comandi vocali che lo indirizzano nelle varie fasi del suo utilizzo (come per esempio nel posizionamento degli elettrodi) e a seguito della verifica automatica dell’effettivo stato cardiologico dell’infortunato e solo in caso di reale bisogno, viene attivato lo shock elettrico sul paziente. (Repubblica.it)
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