E i capitali tornano a scappare

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Milano 16 Gennaio – In Italia è ricominciata la fuga di capitali. Un dato allarmante ma se ne sono accorti ancora in pochi anche se la statistica  viene da Banca d’Italia. Le cifre di riferiscono al Target 2, vale a dire il sistema che regola i pagamenti all’interno dell’euro. Misura il flusso di capitali che girano da uno all’altro dei Paesi che adottano la  moneta unica. Risulta che il deficit dell’Italia ha raggiunto i 229,6 miliardi: il peggior risultato da quando è nato l’euro. Vanno male anche la Grecia  sotto di 97,3 miliardi (che comunque sta riducendo il buco) e la Spagna:- 241,8 miliardi che rappresenta lo sbilancio maggiored dal  2012. Va male anche la Francia in “rosso” di 73,5 miliardi. Ma dove si sono rifugiati i capitali in fuga? Non ci vuole molta fantasia per indovinarlo. Innanzitutto in Germania  che presenta un attivo di  592,5 miliardi (il risultato migliore dal  2012). Poi Olanda (+49,4 miliardi), Lussemburgo (+140,4 miliardi), Finlandia (+31,8 miliardi). Nella classifica figura anche Cipro (+2,4 miliardi) dove i capitali stanno timidamente tornando dopo la grande salassata.

La statistica di Banca d’Italia consente, con pochi numeri, di capire quello che sta accadendo. Sono cifre di un’importanza capitale. Dimostrano che tanti risparmiatori e investitori non si fidano del nostro Paese. Molti di quanti hanno soldi da parte preferiscono impiegarli in attività all’estero. Non c’è niente di illegale e nemmeno volontà di frodare il fisco visto che i movimenti sono tracciati. Si tratta semplicemente di perdita di fiducia. La paura che i soldi messi nelle banche italiane o investite in titoli che portano la bandiera tricolore non tornino più indietro. L’allarme deve essere forte visto che il Target 2 dell’Italia è peggiore di quello del 2011. Insomma anche nei giorni in cui  sembrava che tutto dovesse saltare per aria c’era in giro in briciolo di fiducia in più di adesso. Come mai? Una spiegazione è legata certamente al fallimento delle quattro banche che hanno intaccato il patrimonio di migliaia di risparmiatori. Le obbligazioni bancarie erano considerate investimenti solidi e sicuri. Si sono rivelate carta straccia. I danni reputazionali che sta  provocando il crack di Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti superano ogni immaginazione. Non a caso negli ultimi ottant’anni i governi avevano evitato i fallimenti bancari. Ci volevano la Ue l’euro per riproporre questo veleno. (Blog Ernesto Preatoni)

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