Milano 17 Gennaio – Lunedì 18 Gennaio, alle 17,30, presso la FUIS di Piazza Augusto Imperatore, alle 17,30, avrò l’onore ed il privilegio di moderare la presentazione dell’ebook Digital Renzakt, di Giuseppe Mele, sindacalista Uilcom ed esperto di vicende digitali, disponibile sul sito http://www.leolibri.it/content/digital-renzakt. Di mia proprietà. Per questo, per pudore, per coscienza e per senso di responsabilità non ne magnificherò le lodi. Anche perchè non ne ha bisogno. E’ un libro che, semplicemente, non è mai esistito. È la storia, nel suo svolgimento, del difficile, controverso e spesso incompiuto processo di modernizzazione digitale di questo paese. Quello che mi ha colpito, massimamente, è l’intuizione che il digital divide, la divisione digitale tra chi è connesso e chi è chiuso, talvolta, nella superbia del proprio cuore sia, prima di tutto e soprattutto, una questione mentale. Di cultura. Non è la tecnica in difetto. Non sono i mezzi a mancare. È l’idea di poter creare e costruire un’Italia nuova. L’autore ce lo mostra, plasticamente, anche parlando di fatti che con il digitale, anche in apparenza, non hanno nulla in comune. Ad esempio, con la cronaca delle elezioni della SIAE. Non avete idea di come si relazioni questo con il tutto? Lo si può scoprire solo leggendolo. Vi lascio qui uno stralcio dell’introduzione. Il resto vi aspetta nel sito.
“Una spiegazione. Digital Renz Akt è un volume per buddies, bandìti, bandisti e bànditi sul perché e come l’Italia resti, a prescindere dagli investimenti materiali, digitalmente divisa. Più, che nei fatti, nella testa. Il digital divide è ben poca cosa rispetto al la divisione netta e sempre più peggiorata esistente materialmente nel territorio. Comunque ne è conseguenza inevitabile. La crescita non è quella del numero dei click. Il digitale in Italia ha vissuto una sua vicenda particolare, subendo la Rottamazione teorizzata dal Premier digitale, molto prima del suo avvento. Così gli ultimi e prossimi flop, da Digital Venice a Venaria Reale, dall’Italia log in, allo Spid che non è una malattia, alle nomine ed alle contorsioni dell’Agenzia Digitale, fino ai miliardi per la banda larga, stanziati sempre a due anni, non hanno toccato troppo gli attori di un settore abituato anche a peggio. Raccolta di articoli tra cronaca e vicenda politica, si cimenta attraverso le due sezioni, Digitale e Stampa, nel tentativo di interpretare la politica digitale nel periodo 2010-4, come parte della normale contesa economica e sociopolitica, senza soggiacere alla consueta tentazione di vedere la tematica dell’innovazione digitale, come neutra tecnologia o pratica di una logica efficienza. Fondamentale ad esempio nella storia della tecnologia contemporanea l’impatto giudiziario, all’estero concentrato sul problema dei diritti, in Italia sulla lotta della politica per mentite spoglie. Quando le due cose si incontrano, si realizza il terremoto del 2013 tra Telco francesi, spagnole e italiane. Cadono molti miti a partire dalla bontà intrinseca di Internet, dall’importanza delle competenze, dall’insistenza europea da Delors in poi nel credere alle favole, dalla democraticità delle Consultazioni on line, interattive come il marmo, la cui reale rappresentanza e rappresentatività sono nulle; o dalla capziosa propaganda senza dati di fatto dell’infoproviding. Le grandi kermesse presentate come espressioni culturali non dovrebbero vergognarsi di essee nient’altro che fiere del mobile virtuale destinato a trasformarsi in materiale, destinato a trasformarsi in virtuale. “
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,