Milano 17 Gennaio – Al Pronto soccorso dell’ Istituto clinico Città Studi – l’ex Santa Rita – fu rimandata a casa senza attendere il referto del radiologo. Il medico diede un’occhiata alla lastra e decretò che era solo stitichezza. Si trattava invece di una perforazione gastrica e 24 ore dopo la donna era già morta di peritonite.
Adesso il responsabile di quella diagnosi superficiale rischia la condanna a un anno di reclusione per omicidio colposo. È questa la pena richiesta al termine della requisitoria dal pubblico ministero.
Il medico si difende “Quando lessi il referto chiamai subito la signora chiedendole di tornare in ospedale, ma la paziente non era in casa e perciò lasciai un messaggio sulla segreteria telefonica».Questa versione però non viene confermata dai familiari della vittima, Tiziana V. , che sostengono di non aver trovato nessun messaggio registrato.
Era una mattina di dicembre del 2011 quando la donna arrivò al Pronto soccorso con forti dolori addominali e stitichezza persistente. Le fu fatta fare una radiografia, ma il medico non ebbe la pazienza di aspettare il referto di radiologia e, dando uno sguardo alle lastre, la rimandò a casa nel giro un’ora. Lei, avendo un impegno urgente al lavoro, sentendosi meglio, aveva insistito per andarsene e il medico non fece nulla per impedirglielo.
Nella radiografia addominale emergeva la «possibile presenza di aria libera in sede sottodiaframmatica» e dunque il sospetto di una perforazione gastrica. Quando il responso arrivò, con firma del radiologo che segnalava la necessità di una Tac, era ormai troppo tardi perché la paziente era stata dimessa e il tentativo di ricontattarla – se mai realmente ci fu – non portò a nulla. Tiziana andò al lavoro e probabilmente rientrò a casa ormai a sera. Forse non ascoltò i messaggi in segreteria o forse non c’era nessun messaggio da ascoltare o, seppure l’ha ascoltato, può aver pensato di ripresentarsi in ospedale la mattina dopo. Ma purtroppo nella notte la situazione è precipitata al punto tale che la mattina dopo era già troppo tardi. La donna era spirata prima di mezzogiorno.
Il medico del Pronto soccorso è accusato di non aver saputo valutare correttamente le lastre, questo anche prima di aver ricevuto il referto, perché già dal negativo avrebbe avuto elementi sufficienti per disporre una Tac. Ma il dottore non avrebbe adottato «le misure terapeutiche adeguate per il trattamento dell’ulcera gastrica perforata» perché non l’avrebbe diagnosticata.
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