Fondazione Veronesi recluta figure mediche e paramediche per andare in trasferta almeno 10 giorni lavorativi all’anno. Bando aperto fino al 31 gennaio 2016
Milano 19 Gennaio – Le più recenti statistiche sono positive: negli Stati Uniti, così come in Italia, il numero di morti provate dal cancro è costantemente in calo. Ma questo importante successo non riguarda i Paesi più poveri del mondo: il 70 per cento dei decessi si verifica infatti in Asia, America del Sud e Africa. E il 12 per cento di tutte le perdite è dovuto proprio a un tumore che nei Paesi Occidentali è ormai giudicato guaribile nel 90 per cento dei casi, quello al seno. Per questo motivo Fondazione Umberto Veronesi ha deciso di impegnarsi ad allestire una Breast Cancer Task Force, per la quale si cercano candidature: «Vogliamo costituire un team medico-sanitario volontario specializzato nella diagnosi e nella cura del tumore alla mammella – spiega Monica Ramaioli, direttore generale di Fondazione -. Gli operatori saranno impegnati nella formazione e nel trasferimento di know-how medico e scientifico al personale medico residente di Paesi bisognosi a vantaggio della popolazione femminile locale».
Diagnosi troppo in ritardo nei Paesi in via di sviluppo
Quello al seno è il tumore femminile più frequente e la prima causa di morte in assoluto fra le donne fra i 40 e i 50 d’età, ma in Africa purtroppo muore ben una paziente su due muore e in Europa «soltanto» una su sei. «La disparità tra la mortalità nei Paesi ad altro reddito e in quelli in via di sviluppo è sconcertante» ha detto tempo fa Peter Boyle, Direttore dell’Istituto di Salute Pubblica all’International Prevention Research Institute di Lione commentando i dati emersi dalla Conferenza Europea sul tumore al seno. E il colpevole non va ricercato soltanto nella minore qualità dei centri di cura o nella scarsa disponibilità di terapie efficaci e innovative. Il problema principale secondo gli esperti è che le donne nei paesi a basso reddito, in particolare in Africa, tendono a rivolgersi al medico solo quando la malattia è ormai in fase avanzata e si è diffusa con metastasi ad altre parti del corpo, quando non è più possibile guarire e ben poco resta da fare per rallentarne l’evoluzione.
Bando per volontari ad Haiti, Afghanistan e Repubblica di Guinea
«Su questo fronte Fondazione Veronesi si è impegnata in dalla sua nascita nel 2003 – prosegue Ramaioli -: fra mille difficoltà logistiche, politiche e organizzative abbiamo realizzato campagne di diagnosi del tumore al seno in Egitto (Il Cairo, 2004), in Israele (Nazareth, 2006) e in Palestina (Gerusalemme Est, 2009). E dal 2011, abbiamo attivato un gruppo di lavoro impegnato a fare formazione in ambito oncologico/senologico in Afghanistan (Herat), dove è stato realizzato un ambulatorio per la diagnosi del tumore al seno dotato di macchinari diagnostici e per il quale è stato formato personale medico locale, e in Repubblica di Guinea (Conakry)». Ora si cercano figure mediche e paramediche che saranno impegnate nella formazione e nel trasferimento di know-how medico e scientifico al personale medico residente di Paesi bisognosi a vantaggio della popolazione femminile locale: il bando (le candidature verranno valutate da un comitato specialistico interno a Fondazione), aperto anche a medici specializzandi in queste specialità sopracitate con scadenza il 31 gennaio 2016, è indirizzato a radiologi, chirurghi senologi, tecnici di radiologia, medici specialisti in oncologia, radioterapisti e infermieri. Ai volontari è richiesta la partecipazione almeno ad una missione all’anno della durata di circa 10 giorni (lavorativi) durante i quali il personale medico della Breast Cancer Task Force viene ospitato presso una struttura ospedaliera presente nel paese selezionato per fare formazione al personale locale. Nel 2016 i Paesi coinvolti saranno: Haiti, Afghanistan (Herat), e in valutazione la Repubblica di Guinea. (Corriere Salute)
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