Milano 20 Gennaio – Caro Presidente Renzi,
una tempesta perfetta sta per abbattersi sul Titanic del suo governo, con degli enormi iceberg che si vedono già nella nebbia e nel freddo sopraggiunto improvviso e che hanno nomi inquietanti: giustizia, Europa, banche, servizi segreti. Dato il coraggio dimostrato fino ad oggi, non farà come Schettino e può ancora schivare i pericoli, ma il tempo e i fatti congiurano contro di lei. Come Berlusconi della prima ora lei è ancora molto amato e, a differenza del Cavaliere, ha completamente dalla sua il Comandante supremo Sergio Mattarella che non disturba il manovratore. Ma tutto il resto è in pericoloso movimento: quando giornali di destra e di sinistra cominciano a riesumare i fantasmi delle varie P2 o P3 significa che la partita a mandare tutto a rotoli è iniziata. Se a questo «tintinnio di massoneria», tra l’altro già evocato dal «Corriere della Sera», si aggiunge il lavoro di accertamento di più procure su persone a lei vicine, le onde iniziano a gonfiarsi paurosamente. Il paradosso tutto italiano poi è sempre lo stesso: il fatto che lei abbia responsabilità dirette oppure sia vittima di clamorosi errori di omissione delle varie Consob e Banca d’Italia non significa proprio nulla. Da sempre gli organi di vigilanza sono dei moralizzatori fuori tempo massimo. Se poi incurante dei pericoli lei si mette anche a cincischiare con gli apparati più sensibili di intelligence pensando all’amico suo Carrai per la cyber-security, e poi si mette a polemizzare con pezzi importanti d’Europa, sarà difficile non andare a cozzare contro i ghiacciai. Mi creda, e mi permetto di dirglielo con simpatia, non sottovaluti questi segnali. Ricordo bene il Presidente Andreotti quando sorrideva davanti alle prime pallide accuse che gli venivano mosse proprio dalla Germania sulle sue presunte e poi dimostratesi false contiguità mafiose. Sa bene come è andata a finire. Cominci quindi ad essere meno altezzoso, convochi tutto lo stato maggiore e non soltanto il suo triangolo magico, e si lasci consigliare anche, soprattutto in politica estera, da qualche ammiraglio, magari in pensione, che più di lei ha girato il mondo. In questo momento, poi, non rinneghi gli ufficiali del tutto inadeguati che ha imposto, come Federica Mogherini, perché sta creando ancora più sconcerto nelle capitanerie occidentali che ancora non glielo perdonano. Ed infine lasci perdere almeno per un momento le nuove nomine nei servizi e nelle forze di polizia, di cui si sta appassionando, o quelle in Rai. Sta creando solo scompiglio e intossicando le cabine della sua nave in tempesta. I nuovi vedrà, per quanto fedeli, senza mezzi e con poca esperienza potranno fare davvero poco. In momenti come questi la fedeltà non è un’ancora a cui aggrapparsi. Meglio dei radar che le facciano riprendere la rotta in tempo e prima che i suoi uomini e le sue donne cerchino riparo nelle scialuppe di salvataggio.
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