Milano 22 Gennaio – Antefatto, ieri si sarebbe dovuto approvare il Disegno di Legge sul reato di omicidio stradale. Ovvero una serie di pene molto alte per chi uccide qualcuno guidando. Chi scrive ha dei fortissimi dubbi su questo genere di misure, credo da sempre. C’è sicuramente, al fondo, un’esigenza di giustizia da troppo tempo mortificata. Di norma, quando c’è un omicidio su strada la giurisprudenza, per ragioni al limite del capzioso, considera il fatto come omicidio colposo. È omicidio colposo il delitto in cui taluno uccida una persona senza volere. Per i giudici era sempre vero, inoltre, che i rischi corsi dall’automobilista (eccesso di velocità, guida in stato di ebbrezza e così via) fossero presi nella piena coscienza che nulla sarebbe potuto andare male. Altrimenti, se il colpevole avesse tenuto conto del rischio, l’omicidio sarebbe stato volontario. Insomma, una mala pratica giudiziaria ha provocato un intervento legislativo assai singolare. In primis, se guido ubriaco o ubriaco pugnalo una persona rischio pene differenti. Poi, prima di oggi, se travolgo qualcuno e mi fermo a soccorrerlo rischio l’arresto in flagrante. Il che significa dissuadere chiunque, soprattutto in condizioni di assenza di testimoni, a fermarsi. Questo è assurdo e pericoloso, chi scrive ha rischiato la vita in un incidente stradale, sono stato investito sulle strisce pedonali ed ho sfiorato di pochi centimetri uno spartitraffico in cemento. Il primo a soccorrermi è stato l’automobilista. Se non l’avesse fato io non avrei mai avuto il risarcimento ed avrei anche rischiato di venire travolto dalla sua fuga. Se lui avesse dovuto rischiare l’arresto la mia vita sarebbe stata doppiamente in pericolo. Per impedire questa follia Francesco Paolo Sisto, deputato di FI, ha presentato un emendamento alla Camera. Dove il PD ha una maggiorana netta e dove Verdiniani ed NCD non servono a governare. Bene, si va in aula, nella sala stampa sono già pronti i pasticcini. Dopotutto si deve festeggiare, no? Ecco, no. Voto segreto, passa un emendamento di buon senso. Dice che se investi qualcuno, ma ti fermi e rimani a disposizione delle forze dell’ordine non rischi l’arresto in flagranza. Qualcuno sarà deluso. Lo so che volevate le manette. Lo so che volevate il sangue. Ma davvero per averle volete far rischiare la vita alle vittime ferite? Io no. E nemmeno la maggioranza della Camera. Già, ma di che maggioranza stiamo parlando?
Da due rapidi conti i voti contro non sono quelli dei centristi. Assomigliano molto ad una pattuglia mista formata da Minoranza PD e parlamentari sparsi che, abaco alla mano, hanno calcolato che un Verdini in lista significa che dovrebbero trovarsi un lavoro vero. Questa massa ha colpito in un punto tutto sommato indolore, la legge deve solo ripassare al Senato e la modifica è di buon senso per mandare un messaggio che sulle Riforme non poteva dare. Un messaggio di insofferenza per come è stata condotta la politica del Governo sul rapporto con il Parlamento, per i problemi interni alla corrente Renziana, per gli attriti tra Giglio Magico e resto del gruppo. Ma soprattutto indicano un logorio nei gruppi Parlamentari che intravedono un’ecatombe in Primavera seguita da un disastro in Autunno coronato da un colpo di mano a Novembre, con arrivo dei tecnici. Vi ricorda nulla?
No perchè a me ricorda un 2011 in cui Pisapia e De Magistris facevano affondare il PdL alle amministrative, seguiti dai Referendum persi ed infine coronati dal colpo di mano che ha portato lo spread a 500 e Silvio alle dimissioni. Anche allora sullo sfondo c’era un braccio di ferro con la UE. Così, tanto per rispolverare la memoria…
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,