Milano 27 Gennaio – Mentre la mostra a Palazzo Reale di Milano su Alfons Mucha ci riporta tra le leggiadre atmosfere dell’Art Nouveau, prepariamoci, dal 3 febbraio al 5 giugno 2016 , ad immergerci nelle atmosfere misteriose del Simbolismo. Il museo prosegue il suo programma dedicato all’arte del XIX e del XX secolo con una nuova mostra dal titolo: Il Simbolismo. Dalla Belle Epoque alla Grande Guerra, in cui 150 opere diKlimt, Moreau, Odillon Redon, Von Stuck, Hodler e gli italiani Segantini, Previati, Sartorio, e molti altri artisti di fama internazionale, provenienti da collezioni private e da musei ci avvicinano ad una delle correnti dell’arte più affascinante da cui hanno avuto origine gli interrogativi che hanno segnato il ‘900.
L’Europa, investita da significativi cambiamenti sociali, politici e culturali, accoglie all’interno dei suoi labili confini, un’anima irrequieta. Gli artisti furono i primi catalizzatori di questo sentimento di incertezza, che hanno messo al centro della loro arte interrogativi intorno alla vita e alla morte, all’amore e alla realtà, l’altra faccia del sogno, o sogno essa stessa. La cupezza e le atmosfere oniriche e decadenti del Nord Europa, di Klimt, Moreau e Redon sembrano contrapporsi alle ariose atmosfere naturalistiche dipinte dagli artisti italiani che hanno dato vita al Divisionismo, sviluppando in senso simbolista le ambientazioni dei Preraffaelliti; al di là delle distanze geografiche gli artisti simbolisti hanno rappresentato l’avanguardia dell’arte, che si è contrapposta al Realismo e alle tecniche impressioniste per far emergere una nuova spiritualità oltre la superficie delle cose.
Dai precursori del Simbolismo agli artisti che hanno fissato nell’arte le caratteristiche di un’epoca di rinnovamento e tutta la storia e le trasformazioni di un movimento artistico in mostra. Il Simbolismo come nuova coscienza dell’immagine, influenzato dalle arti e dalle scienze nascenti, come la psicoanalisi, sarà al centro delle 18 sezioni tematiche della mostra. Come afferma il curatore Fernando Mazzocca:
lo scopo è quello di illustrare in che modo il Simbolismo, coinvolgendo anche le arti figurative, l’architettura, la letteratura e la musica, abbia contribuito a rinnovare profondamente la cultura nazionale, facendola entrare nella modernità e anticipando il futurismo (Blogo)
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