L’automobile del futuro parcheggerà da sola e ritornerà a chiamata

Scienza e Salute
Sul fronte dell’auto senza guida umana, Google car nei test è arrivata a 700 mila chilometri percorsi. Tesla perfeziona l’autopilota. E Uber lancia il viaggio collettivo

Milano 9 Febbraio – Qui nella Silicon Valley è sempre disruption. Sull’automobile elettrica a emissioni zero, si stanno azzuffando un po’ tutti.

Ali di gabbiano

 FFZero1 concept
FFZero1 concept

La FFZero1 concept in fibra di carbonio con quattro unità di motori indipendenti, appena presentata al CES di Las Vegas, cerca di graffiare la leader Tesla, che intanto sta per proporre, dopo la X con le porte ad ali di gabbiano, anche un modello più economico. Dall’Europa rispondono le tedesche, Audi, Mercedes, Porsche e Volkswagen, dal Giappone la Nissan con la Leaf e da Taiwan la Thunder. E’ noto che Sergio Marchionne, costretto a realizzare una 500 elettrica per potere restare con i suoi brand Fiat e Chrysler sul mercato californiano, si augura di commercializzarne il meno possibile perché gli costano più del prezzo di vendita. La disruption continua con l’auto intelligente, senza guida umana. Google car, nei suoi test, è arrivata a 700 mila chilometri percorsi e solo 341 disingagement, cioè perdita di controllo del veicolo (per fortuna

googlecar_
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senza danni a cose e persone). Tesla sta perfezionando l’autopilota per far parcheggiare l’auto da sola, nel garage, e farla ritornare a prenderti quando la chiami.

Uber si mette in pool

Davanti alla prospettiva che le auto siano condivise e quindi si possa arrivare ad una contrazione del mercato privato, General Motors investe 500 milioni su Lyft, il rivale di Uber, qui quasi della stessa dimensione, per assicurarsi un partner nell’automotive. Intanto Sidecar, la compagnia che prima di tutte aveva lanciato il servizio, chiude schiacciata dai due colossi. Anche sulle offerte c’è guerra. Uber propone pool, un servizio condiviso da più utenti che vanno nella stessa direzione, molto apprezzato a San Francisco perché permette, come un social, nel breve tratto di strada condiviso, conoscenze e ingaggi. Era quello che Lyft faceva, presentandosi agli appuntamenti con un segno di moustaches lilla illuminati, ben visibile sul parabrezza. Uber ha adottato una U che cambia colore, in modo che all’uscita da un teatro ognuno riconosca subito l’auto che ha chiesto.

Auto-creatività

 

Tesla X
Tesla X

Paolo Cerruti, studi al Politecnico di Torino, ingegnere con prime esperienze di business in Inghilterra, poi in Francia e Giappone per la Nissan Renault e infine in Silicon Valley per la Tesla, ora è pronto a sviluppare una sua iniziativa. Ha contribuito alla progettazione e al lancio delle Tesla S e X, ma trova che oggi l’azienda, ingrandendosi, abbia sviluppato troppa burocrazia con la conseguenza di imbrigliare la creatività dei gruppi di lavoro. Alla domanda perché la Tesla riesca ad avere un’autonomia doppia rispetto alle altre auto elettriche risponde: «Perché ha il doppio di batterie!». Secondo Cerruti, nonostante la nuova grande fabbrica di batterie voluta da Elon Musk (Giga, in Nevada), nel 2020 l’intera produzione mondiale di accumulatori al litio sarebbe appena sufficiente per il solo fabbisogno della Tesla. Sugli scenari del futuro del mondo dell’automobile è disruption anche per le autorità pubbliche. A parte il bisogno di nuove regole per determinare la responsabilità, in caso di infrazione o incidente di un’auto senza guidatore, le istituzioni incaricate di raccogliere le tasse di proprietà, di circolazione, le accise sulla benzina, la quota di tasse sulle assicurazioni esprimono preoccupazione per la ventilata riduzione del numero di auto private dovuta all’utilizzo in sharing di mezzi delle grandi compagnie tipo Uber o Lyft se non, addirittura, per la presenza di auto senza guidatore utilizzate da cittadini che si debbono spostare da un punto all’altro della città, lasciandole poi all’ utilizzatore successivo. Il sistema dei costosi parcheggi a pagamento entrerebbe in crisi e verrebbero a mancare i fondi per la manutenzione delle strade. Senza dimenticare che in California il «pieno» per un’auto elettrica è gratuito nei distributori pubblici. Una misura voluta per abbassare le polveri sottili.

Paolo Giaccio  (Corriere Innovazione)

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