Ostinarsi nella linea dell’autoinganno non serve

Attualità

Milano 12 Febbraio – Sul piano politico generale continuo a pensare che l’errore più tragico della surreale esperienza di Governo del premier Matteo Renzi sia quello di ostinarsi a far leva su una sorta di autoinganno collettivo, utilizzando una narrazione dell’Italia a dir poco edulcorata.

Ora, al di là delle effettive misure adottate dal suo Esecutivo dei miracoli, il più che ambizioso Presidente del Consiglio per rendere efficace la sua impostazione avrebbe avuto bisogno di uno scenario globale tutto orientato al bel tempo, così da potersi intestare il merito di una ripresina dovuta essenzialmente alla congiuntura favorevole. In questo modo il giovanotto toscano avrebbe potuto girare il Paese di Pulcinella millantando a destra ed a manca il suo salvifico ruolo di grande motivatore nazionale, nonché spietato cacciatore di gufi e menagramo.

Ma a questo punto, come sta accadendo da almeno vent’anni a tutti i governi italioti, arriva puntuale una perturbazione di natura vuoi economica e/o vuoi finanziaria che smaschera i sofismi parolai dell’incantatore di turno, mettendo ancora una volta a nudo le fragilità sistemiche di un Paese affetto da inesorabile declino. Ovviamente tali fragilità sistemiche vengono da molto lontano e, dunque, non possono essere imputate interamente ad un Esecutivo in carica da due anni. Tuttavia il fatto di averle eluse, raccontando ad un popolo (che in maggioranza continua a confondere l’economia con la finanza) che grazie ad una ricca spruzzata di mance elettorali ed altre misure poco più che simboliche saremmo diventati i primi della classe in Europa, costituisce una gravissima responsabilità politica.

Da questo punto di vista, il collasso in Borsa delle nostre banche, caratterizzate da un livello di sofferenza più che preoccupante, rappresenta l’ennesima spia di un sistema che nel suo complesso non affronta i nodi più gravosi, accontentandosi di nascondere la polvere sotto il classico tappeto di una politica tanto compiacente quanto ignorante. Ignoranza crassa plasticamente dimostrata dallo stesso Governo Renzi nell’affrontare la medesima, spinosa questione delle banche. Una vicenda innescata dal cosiddetto bail-in – o salvataggio interno – che, seppur introdotto comunitariamente oltre due anni orsono, ha colto completamente impreparati i chiacchieroni al potere.

Ciò conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che non si può amministrare un Paese pieno di afflizioni come il nostro solo con la propaganda. Prima o poi la realtà ci porta il conto.

Claudio Romiti (L’Opinione)

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