Milano 13 Febbraio – Sala: essere né carne né pesce, ma avere l’obbligo di essere o carne o pesce. Basta con i giochini “posso aver appeal a destra e a sinistra”, basta con la vaghezza “ questi e quelli” per me pari son: il Pd comanda “Smettete di dire che Beppe Sala non è di sinistra”. E il richiamo è del segretario metropolitano del Pd Pietro Bussolati. Un richiamo forte e chiaro. La discesa in campo di Parisi ha sparigliato le carte, gli elettori del Centrodestra hanno un candidato limpido, coerente, che non ha alcuna necessità di mettersi magliette esplicative per fare riconoscere le sue idee politiche. Sala, nato nell’ambiguità, spinto da un partito che l’ha incoronato per convenienza, disposto al tutto per tutto pur di farlo vincere, soprattutto oggi dopo i tanti distinguo e le polemiche della sinistra radicale, cerca di ricompattare un’area con le parole, con le promesse. Perché al centro e a destra, anche Sala e il PD ormai devono aver capito che non c’è trippa per gatti. Dunque Sala è rosso che più rosso non si può. Ma l’arancione è altra cosa. Chiara Campo su Il Giornale fa un’analisi puntuale delle dinamiche di una sinistra in eterno conflitto “Sala..prima, ha tenuto a sottolineare la discontinuità con Pisapia e il feeling con i centristi. Ma con la candidatura di Stefano Parisi per il centrodestra, anche lui con profilo manageriale ed ex direttore generale in Comune ai tempi di Albertini, Sala ha perso appeal al centro (sperava addirittura di pescare voti nel centrodestra). Dovrà convincere quell’elettorato di sinistra che on line continua invece a contestare l’esito delle primarie, addirittura c’è chi chiede (bastava leggere ieri i commenti sul profilo Facebook di Majorino) di non escludere un cambio in corsa del candidato. In questo panorama si infila Beppe Civati, che con Possibile, Rifondazione, Comunisti e pezzi di mondo civico prepara una lista e un nome alternativo al Pd- Ieri ha ribadito: «A Milano non sosterremo Sala ma un candidato unitario che faccia una partita a viso aperto, rivolgendosi a un centrosinistra orfano». Ecco perchè il richiamo del Pd è urgente: la campagna per le primarie è finita, l’obiettivo finale «è battere il centrodestra» e quindi il manager deve essere connotato senza se e senza ma dagli alleati come uomo di centrosinistra, senza più ironie. Ma Sel non ha ancora comunicato se sarà della partita.”
Chissà quanti tavoli di riflessione, di lavoro, di persuasione saranno necessari per dare almeno un’immagine esterna di rinnovata unità d’intenti…Sempre ammesso che ci riescano. Ma la domanda per un milanese che deve scegliere chi votare è molto semplice: mi posso fidare di questi personaggi che platealmente dimostrano divergenze abissali e poi si ricompattano nel segno dell’opportunismo e della convenienza? Vero è che le Primarie hanno squadernato tutti limiti di una sinistra in affanno, lacerata da ideologie e personalismi, incapace di intercettare le esigenze reali di Milano.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano