Riprendersi i muri per non perdere il Trotter

Milano

Milano 15 Febbraio – Dopo l’articolo sul Parco Trotter sono venuto in contatto con Luciano Oggiano di RETAKE MILANO -Associazione Naz. Antigraffiti, una persona che il Parco lo ha davvero a cuore. Mi ha così raccontato di come, due anni fa, i cittadini si siano ripresi uno spazio che pareva abbandonato e fuori dal radar. Pulire dai graffiti ha un alto valore sociale. Ce l’ha insegnato Rudy Giuliani con la sua politica di tolleranza zero a New York. Una città con i muri puliti è anche una città più sicura. In vista delle prossime Amministrative è una lezione positiva e di immenso valore. Questa è, in definitiva, la vera politica del fare.

Com’è iniziata quest’avventura?

Siamo entrati alle 8 del mattino, quel giorno. Dal cancello di via Giacosa entrano 3 auto cariche del materiale preparato per l’evento: secchi di vernice, pennelli, rulli, guanti, tute, pettorine gialle di RetakeMilano. Prepariamo il campo base accanto al caseggiato dismesso delle cucine: le vernici vengono distribuite in molti secchielli, in modo da poter alimentare i gruppi di ragazzi volontari che arriveranno tra poco. Sono una sessantina, dipendenti di una multinazionale che ha fornito la sponsorizzazione dell’evento e si è fatta carico delle spese. C’è una vasta area con una decina di padiglioni del complesso scolastico del parco; sono tutti, chi più chi meno, imbrattati dalle solite scritte e tags spesso illeggibili dei writers che hanno invaso le città con la loro grafomania forsennata, quanto illegale.cleaning day al trotter

I ragazzi sono arrivati, c’è gran fermento e voglia di fare: si disfano degli zaini e indossano le tute bianche monouso che forniamo loro, infilano i guanti, e con una mappa che consegniamo ad ogni gruppo si dirigono festanti verso le destinazioni assegnate. La giornata autunnale è gradevole e soleggiata, passano le ore e in breve vediamo scomparire sotto i colpi di rulli e pennelli ogni traccia di offesa alla decenza lasciata su quei muri da personaggi alla ricerca di esternazioni della propria condizione sociale, civile, politica, nella maniera più degradante e vile: danneggiando le proprietà altrui.

C’è stato il coinvolgimento del personale docente e degli alunni?

Tutto si svolge sotto gli occhi del personale docente, del Preside, e di alcune classi che a turno osservano l’opera dei volontari, commentando il risultato. C’è stata anche la collaborazione del G.E.V., guardie ecologiche volontarie, un corpo operante all’interno del parco, che ha effettuato parallelamente una raccolta di rifiuti e il riordino di alcune zone. Alla fine della mattinata, tutto il complesso ha radicalmente cambiato aspetto, con soddisfazione che maschera e attenua anche le fatiche nostre e di chi si è dato da fare passando una giornata diversamente utile, un sabato al servizio della città in un angolo periferico di cui i milanesi di vecchia data conoscono la storia ma non riconoscono un destino al degrado e all’abbandono in cui è stato inopportunamente lasciato. A questo intervento è seguito un periodo di monitoraggio, utile a constatare il progressivo diradarsi dei nuovi imbrattamenti  che inevitabilmente, ma sempre meno frequentemente, si sono ripetuti  e sono stati  nuovamente rimossi.

Qual’era l’obiettivo profondo di questa iniziativa?

Piccole ma importanti dosi di rieducazione e ritorno al senso civico, non solo per i più giovani, ma anche per molti cittadini che sono stati da noi stimolati ad abbandonare l’inerzia e la sterile protesta, passando ad un’azione concreta attraverso un percorso di socializzazione e aggregazione che li riporta al centro della vita della città, della loro, della nostra città da amare e curare. E’ questo nostro spirito di appartenenza che auspichiamo si diffonda e prenda definitivamente corpo quando, con le prossime elezioni amministrative, si insedierà una nuova giunta in cui ci auguriamo di trovare quegli appoggi materiali, ma anche umani e ideologici che ci consentirebbero di espandere la nostra azione, e raggiungere quelle coscienze cittadine assopite che oggi mostrano assuefazione, indifferenza o, peggio, rassegnazione alla vista di deturpazioni che pesano comunque sui bilanci del comune, quindi su noi tutti. E’ una speranza. Ai nuovi amministratori il compito di realizzarla.

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