Milano 16 Febbraio – Un’illuminazione pianificata, progettata da professionisti, deve esaltare la bellezza di una città e contemporaneamente illuminare in modo pratico i percorsi di chi passeggia. Una riflessione di buon senso. Ma il buon senso non abita a Palazzo Marino. E Milano è diventata una città buia, a tratti davvero poco illuminata anche nelle zone del Centro. Una disattenzione, quella della Giunta Pisapia, che nel quotidiano diventa una forte motivazione di insicurezza e di precarietà. Piazza Cordusio, via Meravigli, via Torino e naturalmente le strade della periferia milanese sono solo alcuni esempi di scarsa illuminazione. Le cause sono sempre le stesse: mancanza di una visione strategica della città, incapacità di una progettazione urbana che tenga conto delle peculiarità delle varie zone, dei Monumenti di pertinenza, della criminalità esistente, dei servizi più o meno presenti. Soprattutto il malcostume di fare le cose tanto per fare, una insensibilità assoluta al bello, un’incapacità di vedere le ricadute di certe decisioni affrettate. Un anno fa, infatti, Pisapia annunciava in modo trionfalistico una Milano illuminata a Led e affidava a A2a il progetto, senza interpellare alcun professionista del settore, senza alcuna progettazione razionale ed estetica. Risultato? “..sono apparsi apparecchi di illuminazione abbaglianti, appollaiati su vecchi pali. Abbiamo appreso del progetto Led, a quanto pare nessun professionista indipendente è stato coinvolto. A2A ha fatto tutto da sola, e si sono fatti riferimenti a Los Angeles, Oslo, Stoccolma. Ma in quei paesi le installazioni si fanno dopo un’analisi e un progetto che stabilisce quale è la tecnologia e la configurazione più adatta alle esigenze”, scrive Apil (Associazione professionisti dell’illuminazione) e Luxemozione aggiunge “progettare l’illuminazione urbana non significa rispettare solo un rapporto interdistanza per altezza di un palo e tirare quattro cavi di alimentazione”. Sono stati spesi insomma molti soldi dei contribuenti per il solito spot pubblicitario tanto caro a Pisapia, ma l’illuminazione che serve è altra cosa. E nell’urgenza “sono stati sostituiti anche impianti appena installati con quelli a led non tarati secondo progetto e insufficienti per illuminare luoghi pubblici” dichiara Fabrizio De Pasquale. Oggi Milano appare come una città anonima, senza una regia che ne esalti la bellezza. Una Milano che, al contrario, viene percepita come città buia e insicura
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano