Milano 17 Febbraio – Nessuno osi pensare che Pisapia non conosca il galateo. Per gli “ospiti” immigrati ogni riguardo è d’obbligo. Perché è una questione di stile, di gentilezza d’animo, di buona educazione. E non succeda che qualcuno possa lamentarsi dei pasti offerti: nel salotto Milano gli ospiti devono trovare “i menù coerenti con i principi e le abitudini alimentari” a cui sono abituati.
Perché così vuole Pisapia. La cucina made in Italy non è rispettosa dei loro gusti. Chissà cosa pensano i milanesi che vanno al Pane Quotidiano per raccattare qualche scatoletta di tonno e un chilo di pasta…Ma per i posti letto e i pasti per gli immigrati il Comune ha stanziato altri 523mila euro. Ne riferisce Il Giornale che riporta il commento di Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia): ““Manca solo che paghiamo anche lo chef stellato ai profughi. Milano sta scoppiando e nessun Paese europeo vuole più accogliere gli immigrati, che quindi si fermano da noi…e la soluzione del Comune di centrosinistra non è battere i pugni sul tavolo con Roma, ma elargire nuovi fondi e farli mangiare bene”.
Infatti la determina del Comune che regola le “convenzioni con enti vari del privato sociale per la realizzazione di servizi di prima accoglienza“, stanzia una spesa complessiva di 523.903 euro, di cui 131.630 euro da finanziamento statale. I beneficiari indicati sono persone maggiorenni in gravi difficoltà economiche e abitative inviate dal Centro aiuto stazione centrale. Qui, però, la stragrande maggioranza degli ospiti è composta da immigrati. Inutile sottolineare che lo stanziamento è possibile perché i milanesi pagano le tasse. Sono questi i servizi corrisposti? Nell’ottica della “continuità” politica predicata da Sala si spera che, dopo gli immigrati africani, non si debba provvedere anche agli eventuali “ospiti” cinesi meno abbienti.
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