Milano 17 Febbraio – “Salvaguardare la qualità del rapporto genitori-figli, al fine di evitare l’allontanamento del minore dal proprio nucleo familiare. Valorizzare quindi la famiglia come risorsa, riconoscendo come azioni di ‘tutela dei minori’ tutte quelle azioni che la sostengono nei compiti di cura e che la considerino interlocutore privilegiato. Questo l’obiettivo che ha guidato Regione Lombardia nella definizione delle nuove Linee guida per la promozione dei diritti e delle azioni di tutela dei minori”. Lo ha detto l’assessore al Reddito di autonomia e Inclusione sociale Giulio Gallera illustrando il provvedimento, approvato oggi, in materia di tutela dei minori, nel corso della conferenza stampa dopo Giunta, ieri pomeriggio, a Palazzo Lombardia, a Milano.
“Queste nuove Linee guida – ha spiegato Gallera – rappresentano una sintesi di norme vigenti, principi, metodologie e prassi professionali e sono il frutto della lettura multidisciplinare e condivisa delle esperienze, informazioni e conoscenze disponibili nell’ambito della tutela minori”.
‘Il documento – ha continuato – nasce da un intenso lavoro di collaborazione per il quale è stato fondamentale l’apporto della Magistratura minorile (Tribunale e Procura per i minorenni di Milano e Brescia), della IX Sezione del Tribunale ordinario di Milano, dei servizi della giustizia minorile, dei rappresentanti degli Enti locali (Comune di Bergamo, Milano, e Cassano D’Adda; Ambito di Cremona e Sondrio) dei Servizi sociosanitari (ATS e ASST), dell’associazionismo familiare (Forum regionale delle Associazioni famigliari; Associazione Valeria) e degli Enti non profit impegnati nell’accoglienza dei minori in difficoltà (CNCA – Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza e CISMAI – Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento infantile)’.
“L’obiettivo – ha rimarcato l’assessore- è quello di fornire uno strumento metodologico e operativo che possa facilitare il lavoro di amministratori locali, professionisti ed esperti che operano nelle reti istituzionali pubbliche e di privato sociale, per famiglie e cittadini coinvolti a migliorare e qualificare sempre più le azioni di tutela. A seguito della loro approvazione saranno oggetto di specifiche azioni di diffusione sul territorio da parte di tutti i soggetti coinvolti nel lavoro di definizione e la loro applicazione sarà oggetto di verifica con l’obiettivo di apportare le eventuali”.
Figurano tra i destinatari dell’intervento i Comuni; gli ambiti territoriali per l’attuazione dei Piani di Zona (98); le ATS (Agenzie per la tutela della salute) o ASST (Aziende socio-sanitarie territoriali); l’ Autorità giudiziaria; l’Ufficio scolastico regionale e le Associazioni del Terzo settore.
“Regione Lombardia – ha aggiunto Gallera – individua nella gestione associata la forma idonea a garantire efficacia ed efficienza delle unità di offerta sociali di competenza dei Comuni. Una gestione unitaria e associata , infatti, può superare la frammentazione dei servizi e degli interventi sul territorio. Dall’analisi dei Piani di Zona 2015-2017 emerge che circa l’80% dei Comuni lombardi ha optato per una gestione associata del servizio di tutela e che alcuni Comuni, attualmente gestori in forma singola del servizio, hanno previsto nel documento di programmazione, l’obiettivo di passare gradualmente ad una gestione associata”.
“Nel 2013 i minori in affido in Lombardia – ha rimarcato l’assessore – erano 2.686, 21% stranieri (568) di cui 175 non accompagnati. Tra le principali motivazioni che hanno determinato l’affido vi sono i gravi problemi di uno o entrambi i genitori (32,7%), le difficoltà educative della famiglia (22,2%), le conflittualità tra i genitori o separazione (8,8%). La maggior parte degli affidi è stata non consensuale (71%). Solo il 59% dei minori in affido vi è giunto dalla famiglia di origine, il restante 41% aveva già iniziato un percorso di allontanamento dalla famiglia di origine transitando in strutture per minori (31%). Il 47,8% dei minori in affido è rientrato nella propria famiglia. Regione Lombardia, in questi anni, ha realizzato, anche attraverso l’attivazione di sperimentazioni ai sensi della l.r. n.3 del 2008, iniziative a sostegno delle relazioni familiari e per rendere esigibile il diritto di ogni minore a crescere in una famiglia a partire dalla propria”.
“L’azione di tutela dei minori – ha concluso l’assessore – si configura come un’azione ‘pesante’ che a volte, su disposizione di un tribunale, comporta anche l’allontanamento di un figlio dai genitori, ma che richiede, contemporaneamente, un insieme di azioni preventive perché l’allontanamento del minore sia l’estrema ratio e segua criteri di necessità e adeguatezza”.
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