Milano 25 Febbraio – Ci vuole meno Europa per salvare l’Europa. Sembra un gioco di parole ma è la pura verità. Basta guardare a quello che è successo con la Gran Bretagna per capire. Al premier Cameron è stato concesso tutto quello che chiedeva facendo solo un po’ di teatro com’è ovvio che accada in questi casi.
1. Niente welfare gli stranieri anche comunitari se non dopo sette anni di residenza.
2. Blocco alle frontiere per un periodo di sette anni, oltre al controllo delle frontiere a discrezione senza preoccuparsi del trattato di Schengen.
3. La sterlina resterà indipendente e non si parlerà più di ingresso nell’euro. Una clausola quasi scontata visti gli insuccessi della moneta unica.
4. La vigilanza sulle banche britanniche resterà della Banca d’Inghilterra e non si saranno passi avanti sulla strada dell’Unione bancaria.
5. Infine la clausola più importante: Londra non parteciperà ad alcuna iniziativa per quanto riguarda la difesa e, soprattutto la Gran Bretagna si chiama fuori da qualunque ipotesi di unione politica. Stop ad ogni programma di Unione sempre più stretta.
Tutto questo significa che Londra e Bruxelles d’ora in avanti vivranno come separati in casa. Metteranno insieme un po’ di servizi (il frigo, la cucina, la domestica) e poi ognuno per i fatti suoi. Come accade a tutte le coppie che scoppiano ma, per varie ragioni, scelgono l’amante senza provocare la rottura ufficiale del matrimonio.
Che tutto questo possa funzionare è tutto da vedere. Non sempre marito e moglie riescono a restare insieme nonostante abbiano divisi i letti. In questo caso a segnare la rottura sarà il referendum del 23 giugno. I risultati avranno un forte valore segnaletico. Se dovessero prevalere i voti favorevoli all’uscita sarebbe una sconfitta senza precedenti. La dimostrazione che la Ue non è una casa comune dove si entra per restare ma un grande albergo con le porti scorrevoli. Un colpo mortale da cui l’Europa non si riavrebbe più
Ed ecco perché nel lungo vertice della scorsa settimana è stato concesso a Londra tutto quello che chiedeva. Lo stesso accadrà per Danimarca, Ungheria. Austria e tutti gli altri Paesi che di fatto hanno già abolito il trattato di libero scambio firmato a Schengen. Che cosa resterà dell’Europa dopo tante concessioni? Solo il guscio.
Blog Ernesto Preatoni
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