Videoreportage di Claudio Bernieri
Musiche di Luciano d’Addetta
Milano 28 Febbraio – Jeans, scarpe da biker, camicia a righine da lavoro: affidabile, da Ceo della Apple. Microfono in mano come un navigato presentatore di convention aziendali; dialogo da predicatore del concreto, voce pacata, affascinante, con un periodare da manager che conosce ogni macchina del vapore, da Londra a Pechino… Ovazioni quando Parisi, quasi un rock Ceo, intona un refrain politico che farà storia: “basta con l’odio, avanti con la fiducia”: il candidato sindaco stravince all’audiorium Testori, e innervosisce la sinistra dei piacioni travet: davanti al curioso popolo del centro destra, nei grattacieli della Lombardia, nel cuore del potere lombardo, Parisi ha debuttato nel suo primo discorso. Da nomination. La prima volta di Parisi: una Woodstock di pace, amore, proposte, concretezza, affidabilità e simpatia. Povero Curzio Maltese, povera Vispa Balzani…povero caro estinto Pd.
L’original made in Italy batte il clone cinese Sala: la prima di Parisi ha laureato il successore di Albertini e Moratti, capace di archiviare definitivamente la parentesi arancione.
Eccolo, sarà lui il sindaco, dicono i mille presenti, sorpresi dalla verbosa pacatezza del candidato, che sfiora l’ora di comizio, una impresa per molti altri leader, una passeggiatina nelle cose da dire per Parisi che conduce, spiega, incanta, convince, illustra, e infine ottiene un applauso da stadio Meazza che viene dal cuore e dalla ragione. E mattanza dialettica, disastro mediatico per l’altro competitor, il Sala da outlet del Pd (“si occupava di pneumatici mentre io ero a Palazzo Chigi “ ): l’illusionista travet con l’aplomb di funzionario di pompe funebri al funerale del Pd che balbetta nelle periferie: la sua maglietta del Che Guevara travolta dal Parisi no- snob.
Ecco, minuto per minuto, tutto il comizio di Stefano Parisi, i suoi piani, i suoi propositi, i suoi sogni, le sue soluzioni per rilanciare Milano. Scende in campo da semplice e da apolitico, come un super eroe americano dei fumetti che si nasconde fino all’ultimo nell’anonimato operoso della city, e poi si toglie giacca e occhiali e ….vola. Superman Parisi contro le ingiustizie di cinque anni di giunta arancione.
Presentato da Maria Stella Germini, capolista di FI, il comizio del futuro Sindaco di Milano si conclude in una apoteosi di sorrisi convinti, mentre il tenore pop Tiraboschi intona dal palco l’allejuatico Vincerò della Turandot. E poi una altra mezzora di selfie, di strette di mano, di confidenze vis a vis con semplici militanti, consiglieri di zona, veterani, tamburini, vivandiere e portaordini della madre di tutte le battaglie (così ha definita Parisi l’elezione a sindaco di Milano) che riporterà infine il centro destra a governare di nuovo l’Italia.