Milano 29 Febbraio – Quello che ti frega, in questo mondo di ladri, è sempre lo stress. Ci sono giornate in cui no, proprio no, non hai nemmeno la volontà di resistere. Troppo caffè, le pressioni del capo, una rapina di troppo. Così ti ritrovi davanti all’Arma che ti chiede dove tu stia andando con quel pc sotto braccio. In teoria la risposta è facile, le prove le hai fatte e probabilmente ti è già successo. Sabato, piove, sei in piena Brianza. Non c’è nulla di difficile. Ti nascondi dietro la lingua, la distrazione, il debito pubblico (come credete che paghiamo lo stipendio dei carabinieri? Cioè è più complicato, ma la logica è sempre quella: fischietti e speri vada tutto bene, se ti beccano qualcosa sganci. Solo che se non parli bene Italiano è furto, se lo parli fin troppo bene è finanza pubblica). Così i tuoi compagni vanno alla cassa e pagano. In contanti. Così, tanto per fare un dispetto agli agenti. Il problema è che è Sabato. Piove. E tu sei al limite della sopportazione. Così proprio non ti trattieni. E scappi. Dietro di te non c’è nessuno, manco si prendono la briga di seguirti. E tu corri. E sei felice. Sei felice come solo uno che aveva visto svanire la sua libertà e poi si accorge che ha uno spiraglio, può essere. Sei ebbro e corri. Arrivi al tuo covo. Covo lo chiamano gli altri, per te è qualcosa a metà tra l’ufficio e la sicurezza di casa. Un forte che si difende con la vita, se necessario. Dentro la refurtiva da rivendere. 132 pc rubati a Forlì e 704 capi di abbigliamento. Mica scherzi. Te li sei sudati. Gli altri magari spaccano un paio di vetrine. Ma è barbarie. Tu sei molto oltre. Tu li prendi dall’alto. Ti arrampichi sul tetto. Trovi vie di accesso alternative. Ti cali dentro. Prendi tutto. Nulla scatta. Hai strumenti per fermare le macchine ed altri arnesi. Sei l’erede spirituale degli scassinatori da film. Quello che ha ispirato l’uomo ragno. Non sei un barbaro urlante che si scaglia con una clava contro un vetro. Siete in cinque nel team. Due non ancora maggiorenni. Ma certe arti si apprendono a bottega, non c’è nulla da fare. L’artigianato, hai sentito, qui in Italia sta morendo, ucciso dalla grande distribuzione. Se è vero, allora tu sei un vendicatore. Applichi l’artigianato alla distruzione della grande distribuzione. E mentre ti crogioli nel senso di intrinseca giustizia che applichi all’universo, le divise fanno irruzione nel tuo fortino. Ne violano l’intimità. E tu, i tuoi complici ed i due apprendisti venite ammanettati e portati via. Dannato stress. A volte ti frega proprio con poco.
C’è, però, da dire che alcuni elementi rendono meno gravosa la situazione. Innanzitutto è piuttosto difficile che la permanenza nelle patrie galere sia lunga. Intanto la detenzione preventiva potrebbe essere molto breve. E anche se non lo fosse tra il primo ed il secondo grado non è così improbabile che tu esca. Ed appena fuori da là, col cavolo che ti ci rivedono. In secondo luogo le pene non sono nemmeno così esorbitanti. Forse due spicci, con la tua attività, li hai anche accantonati. Dopotutto avevi affittato un magazzino in Brianza. Non son cose che degli scappati di casa facciano. E poi hai una professionalità, santo Cielo. A qualcosa dovrà pur servire. Poteva andarti peggio, dopotutto. Potevi avere una partita IVA e potevi aver incontrato un maresciallo troppo zelante.
In quel caso, per il solo privilegio di difenderti avresti dovuto pagare un terzo della cifra richiesta. Ovvero, lo Stato aguzzino, decide quanto gli devi. Tu pensi che non sia dovuta quella cifra, ma intanto un terzo per poter avere un tuo diritto, glielo dai. Poi si vedrà. No, decisamente fare il rapinatore è più sicuro, frutta di più ed è più tutelato che avere la Partita Iva. La vita poteva andarti peggio. E quando uscirai, passerai davanti ai dipendenti del nuovo posto che svaligerai sorridendo loro. Tanto tu sei intoccabile, il loro posto è garantito. Ma, forse, mangiando il tuo kebab, e pensando alla triste situazione di chi sta dall’altra parte del bancone, un po’ i pietà la proverai E non gli chiederai lo scontrino. Certi favori sono d’obbligo per i più disagiati.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,