Milano 3 Marzo – Il corpo mummificato di un avventuriero tedesco è stato ritrovato a bordo di uno yacht, sette anni dopo l’ultimo avvistamento dell’imbarcazione. Il corpo del marinaio girava il mondo ormai da anni. Sono stati dei pescatori a ritrovare il corpo che si è scoperto appartenere a Manfred Fritz Bajorat. Il ritrovamento è avvenuto a 40 miglia dalla costa delle Filippine, nell’oceano pacifico, in una cabina con un album di fotografie, vestiti e scatolette di cibo.
Il 59enne è stato trovato chino sulla scrivania vicino al radiotelefono. Ci fu certamente la caduta dell’albero maestro dell’imbarcazione, la cabina finì sott’acqua, ma non si sa cosa effettivamente uccise il marinaio. La sua posizione alla scrivania fa pensare a una morte improvvisa. Sono stati i venti asciutti, le temperature calde e l’aria salata a preservare il corpo.
La polizia sta tentando di ricostruire gli ultimi viaggi di Bajorat, tentando di contattare le persone che potrebbero essere state in contatto con lui prima o duramente la morte.
La moglie di Bajorat viaggiava con lui, ma si separarono nel 2008.
Nel 2009, Bajorat incontrò un altro veterano della navigazione che ha rilasciato una dichiarazione al giornale tedesco BILD: “Era un marinaio molto esperto, non credo che avrebbe navigato durante un temporale”.
“Credo che l’albero maestro sia caduto dopo, Manfred era già morto”.
Il corpo di Bajorat è stato prelevato per un’autopsia a Butuan City e il suo yacht è stato rimorchiato per un’ispezione della polizia nel porto di Barobo. Il portavoce della polizia filippina, Goldie Lou Siega, ha detto: “Noi ci sono prove di una seconda persona a bordo e non è stata trovata nessuna arma sullo yacht.”
Il Dott Mark Benecke, criminologo forense nella città di Cologna, ha rivelato a BILD : “Il suo modo di stare seduto sembra indicare che la morte era inaspettata, forse si è trattato di un attacco cardiaco”. L’ambasciata Tedesca a Manila sta contrattando con gli ufficiali locali per rintracciare la famiglia di Bajorat in Germania. Si pensa abbia una figlia, di nome Nina, che lavora come capitano di una nave merci. (L’Huffington Post)
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