Fusione Repubblica-La Stampa, Guzzanti: “Monopolio renziano”

Approfondimenti

Milano 4 Marzo – «Il rischio concreto? Che si accentui la tendenza già in atto: quella del pensiero unico renziano. L’opposizione in Italia ormai la fa solo Crozza…». Paolo Guzzanti, un passato da giornalista sia a Repubblica che a La Stampa , ha accolto con molta preoccupazione la fusione dei due gruppi.

Guzzanti, davvero crede che la libertà d’espressione sia a rischio in Italia?

Guzzanti«Il rischio c’è, è impossibile negarlo. Le faccio un esempio: io ho grandissima stima per il direttore de La Stampa , Maurizio Molinari. Lo considero un professionista esemplare. Ma cosa sarà della sua direzione se De Benedetti, come è suo diritto, dovesse decidere di cambiare i vertici delle sue testate? Lo so che oggi tutti si affrettano a dire che ogni quotidiano manterrà la sua indipendenza. Ma mi preoccupa quello che accadrà domani, magari tra un anno».

Sta nascendo la grande informazione renziana?

«Basta guardare Repubblica . L’economia è tornata ai livelli del 2011, quando Berlusconi fu costretto alle dimissioni, eppure il quotidiano diretto da Calabresi non fa altro che magnificare le gesta di questo governo. Quanto siamo lontani dal giornalismo americano, più obiettivo e rispettoso del lettore. Le faccio un esempio: il New York Times , giornale liberal, sta facendo paginate su paginate per comprendere il fenomeno Trump. Criticandolo, certo, ma senza nascondersi il consenso che sta conquistando nel Paese. In Italia invece i segnali sono già oggi poco incoraggianti».

In che senso?

«Penso alla vocazione “unicistica” del premier Renzi, che piazza i suoi fidatissimi su tutte le poltrone disponibili. La Rai, i ministeri…».

Ecco, cosa sarebbe successo se una simile concentrazione si fosse verificata qualche anno fa tra testate vicine a Berlusconi?

«E me lo chiede? Avrebbero urlato che Silvio distruggeva la libertà di stampa. Pensi, sono riusciti persino a dare a bere all’opinione pubblica che le reti di Mediaset fossero ideologizzate, quando invece si trattava di televisioni commerciali che dovevano reggersi sulla pubblicità e per questo piacere a tutti, comprese le massaie di sinistra. Avremmo visto cortei, proteste, fumogeni. Oggi invece non accade nulla. L’opposizione c’è un po’ in Parlamento, ma non nella società civile. Ne fa un po’ Maurizio Crozza, e tutti gli altri si sentono appagati dalle sue imitazioni».

Cosa sarà del Corriere con l’uscita degli Elkann?

«Per ora questa domanda ne partorisce un’altra: chi prenderà il loro posto? Editori puri e disinteressati non ce ne sono. Per capire che fine farà via Solferino occorre aspettare i nuovi assetti societari».

Car. Sol. (Il Tempo)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.