Mancano i medicinali sugli scaffali, come in Venezuela

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Milano 5 Marzo – Ed in nessuno dei due casi è colpa del mercato, ovviamente. Partiamo dall’Italia. Nei giorni scorsi su Repubblica esce un pezzo estremamente documentato di Michele Bocci in cui si riferisce che esistono 1200 medicinali (o dosaggi degli stessi) che sono difficili o addirittura impossibili da trovare, in tutta Italia o solo in alcune zone. L’articolo riprende una serie di vicende umane e scarica la colpa sull’avidità. Le industrie farmaceutiche, i grossisti, i farmacisti o i rettiliani speculerebbero sulla salute dei pazienti. Questa la versione del giornalista. Va detto che alcune delle richieste paiono vagamente forzate, e lo scrive un malato cronico, ma sorvoliamo. Il punto è il seguente: da quando è in vigore il mercato comune i medicinali destinati all’Italia si possono vendere anche al di fuori, sempre in ambito UE. Le case Farmaceutiche accusano i grossisti ed i distributori di far questo. Gli accusati, a loro volta, fanno notare che i farmaci che gli vengono mandati sono meno di quelli che servirebbero. I farmacisti non sanno nulla di tutto questo. Ed il vero colpevole se la ride sotto i baffi di nascosto. Come funziona la catena del farmaco in Italia? I prezzi li fa lo Stato. O meglio, siamo precisi, li contratta lo Stato. Se non trovi un accordo non vendi. Questo fa sì che i contraenti non siano propriamente sul medesimo piano. Aggiungeteci che ci sono n mila restrizioni che spingono in alto il prezzo ed il risultato è che vendere in Italia convenga meno che vendere altrove. E che la distribuzione capillare nelle farmacie sperdute non è propriamente conveniente. Et voilà il gioco è fatto. Lo Stato si inserisce, la catena di commercio va a farsi friggere e boom i medicinali spariscono. Non è Silvan, non è Paperon de’ Paperoni. Non è Big Pharma. È lo Stato infame e ladro. Volete due contro esempi? Primo, negli Usa (e nemmeno là il mercato è DAVVERO libero) infuria la polemica opposta. I medicinali ci sono ovunque ma costano molto più che qua. Deduzione dei socialisti alla Sanders “il nostro meccanismo è inefficiente”. Sarà. Ma qui c’è penuria di statine, quelle che curano il colesterolo. Non mi pare sintomo di efficienza. Come non mi pare sia particolarmente efficiente il sistema di distribuzione degli altri farmaci, visto che ci sono pazienti che devono espatriare per trovare le pillole che servono.

Ma è molto più rilevante il secondo esempio. Dall’altra parte del Mondo c’era una volta un ricco paese socialista. I paesi socialisti hanno tutti una cosa in comune. Un tempo erano prosperi. O comunque erano PIU’ prosperi all’inizio che alla fine della loro storia. Questo paese aveva un welfare che pervadeva ogni aspetto della vita del popolo. Dalla culla alla tomba. Oggi si concentra più sulla seconda parte. Ovviamente il riferimento è al Venezuela di Maduro in cui mancano tutti i beni di prima necessità, in particolare, secondo un bel paper del prof Hidalgo per il Cato Insitute, i medicinali scarseggiano. Gli ospedali operano come in guerra. I neonati prematuri muoiono. Anche là i medicinali li compra lo Stato. Anche là sono distribuiti a tutti a prezzi politici. Anche là, alla fine, muoiono i poveri che non hanno accesso alla borsa nera. Non è un caso. Si chiama Socialismo. Ed uccide.

Da noi ci limitiamo a d avere scarsezza di 1200 medicinali. Per ora. Ma non crediate che manchi molto perchè, anche da noi, si apra la borsa nera. Come sempre, il capitalismo, come diceva Churchill, è l’ineguale distribuzione della ricchezza, mentre il socialismo è l’eguale distribuzione della miseria.

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