Milano 8 Marzo – “Entrando nel giardino, l’odore dell’erba appena falciata mi ha preso alla gola: l’odore delle pasture di montagna che attraversavo col sacco in spalla, l’odore delle praterie della mia infanzia. Echi, riflessi che si prolungano all’infinito: ho scoperto la dolcezza di avere un lungo passato dietro di me. Non ho il tempo per raccontarmelo, ma spesso, d’improvviso, lo scorgo in trasparenza nel fondo del momento presente; gli dà il suo colore, la sua luce, come le rocce o le sabbie si riflettono nei balenii del mare” (Simone de Beauvoir)
E non importa l’età dell’oggi, quel passato è il fiore che ero e che sono. Un fiore rigoglioso di sogni, di incontri, di luoghi. Con il tempo infinito delle illusioni, con le lacerazioni di stagioni impietose, con il profumo della forza e di un’identità da preservare. Hanno sfogliato il petalo della pazienza, tante volte, per arroganza e ottusità. Hanno cercato di strappare quello della coerenza per un senso errato di convenienza e comodità. E poi quello della lealtà, della responsabilità, della trasparenza, della verità. Ma il fiore, quel fiore che io sono, anche se ammaccato e un po’ appassito è sempre là. Bello per chi sa guardare la Bellezza, rosso d’amore per chi vuole l’Amore, forte e fiero per chi non ha paura del confronto. E quel passato, il mio, il nostro passato, è sempre il fiore di oggi, con il petalo di una maturità che profuma i giorni di tolleranza e di tenerezza. Non si può calpestare i fiori, non si può farli morire per negligenza o atti di gratuita violenza. Perché il cuore di un fiore è immortale, come la capacità d’amare.
“Dio ha collocato il genio della donna nel cuore, perché le opere di questo genio sono tutte opere d’amore”. (Alphonse de Lamartine)
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano