A che serve l’Area C ? Ce lo spiega Repubblica. Delirando

Milano

Milano 9 Marzo – Sarà capitato anche a voi di domandarvi a che serva l’Area C. Sappiate che tutto quello che avete sempre creduto è probabilmente sbagliato. Ce lo spiego oggi la giornalista Carra su Repubblica. Beh, non direttamente lei, ma i suoi intervistati i quali sono tutti dotati di poteri paranormali. Il primo è la rappresentatività universale. Per esempio, il membro di un direttivo dei commercianti, ovvero una carica con una rilevanza pari a quella del terzo scimmiotto a destra presso i Bonobo, è la voce di tutti, TUTTI, i commercianti del Centro. I quali sarebbero felicissimi dell’Area C. perché, dopo soli cinque anni di assestamento, avrebbe risolto il maggiore, il più gravoso dei problemi del centro. Leggiamo la dichiarazione del consigliere:

“All’inizio Area C ci ha penalizzati ma oggi è stata digerita – dice Simonpaolo Buongiardino, consigliere di Confcommercio Milano – le gente si è adeguata, si è trovato un assetto e anche noi in un certo senso. La bontà di Ecopass stava nella spinta al rinnovo del parco auto, che negli anni è migliorato anche grazie a questo incentivo. Alla fine, nel 2011, erano sempre meno quelli che pagavano per entrare in centro. Per questo la mia ricetta è quella di un mix dei due provvedimenti: manteniamo Area C ma con degli sconti o esenzioni alle auto più nuove”.

Non avete capito quale sia il problema? Non vi angustiate, non siete i soli. Quello che si dice in questo passaggio di rara vacuità è che, dopo cinque anni di guano fino al collo adesso alcuni, probabilmente i suoi amici, hanno imparato a nuotare. Il che è certamente utile e notevole, perché in assenza di questa capacità la situazione sarebbe ben peggiore, ma non voler uscire, potendo, dalla situazione di cui sopra non appare molto furbo, non trovate? Voi forse sì, lui di certo no. In sostanza quello che propone è di continuare a far pagare tutti, ma alcuni magari un po’ meno. La ratio è combattere lo smog. Anche Rocca di Assolombarda, che sul tema non ha opinioni, dice che il tema è quello. Ovviamente fermandosi qui nulla giustificherebbe il titolo di questo passo, ovvero che industriali e commercianti bocciano la linea di Parisi su Ecopass. Ci vuole quello studiato che spieghi al volgo ed all’inclito ciò che le nostre, limitate, menti rifiutano di assimilare. Per cui ecco servito l’esperto:

“Tornare a Ecopass sarebbe un errore tecnico – critica Marco Ponti, docente di Economia dei trasporti al Politecnico – L’aria è migliorata, si sfora con il Pm10, ma gli altri veleni sono sotto standard. Per questo non è più centrale un ticket antipollution: l’obiettivo che resta forte è quello di ridurre la congestione. Si mantenga Area C, piuttosto la si migliori con elementi ambientali in più a favore di chi inquina meno”.

Che sia studiato è fuor di dubbio. Usa termini come “antipollution” che nessun essere umano senziente e dotato di senso del ridicolo userebbe, quindi o è cretino o è docente universitario. Per mia fortuna non dovrò assumere un legale. È professore di economia delle merendine Kinder al Politecnico, quindi certi termini li può sfoggiare senza tema di smentita. Lui ci svela la verità. Il centro non è inquinato. Quindi bisogna solo ridurre la congestione. Quale congestione lo sa solo lui, visto che i negozi (quelli posseduti da non amici del consigliere di cui sopra) continuano a chiudere ed il problema è riportare la gente in Centro, non certo allontanarla. La tesi deve essere sembrata così bislacca anche a lui che, alla fine, si corregge e chiede sgravi a chi inquina meno. Non si sa esattamente perché, visto che l’inquinamento non dovrebbe essere un problema, ma tant’è.

In sostanza le categorie non hanno difeso l’Area C. L’ha fatto un prof. Uno che usa termini come “antipollution”. Ora, non per far dell’anti intellettualismo di maniera, ma voi vi fidereste mai di una congerie di mezze dichiarazioni del genere?

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