Parte dalla realtà e dai milanesi la rivoluzione di Parisi

Milano

Milano 12 Marzo – Finalmente si parte dalla realtà. Finalmente si parte da Milano con le sue contraddizioni enfatizzate da una sinistra ideologica e ottusa. Finalmente si parte dai milanesi e dai tanti mal di pancia che un’amministrazione sorda ha creato e pervicacemente sviluppato, incurante delle mille voci di protesta e di dissenso. Stefano Parisi parla e il buon senso comune pensa che sì, è possibile vedere rinascere Milano, che sì, è possibile dare una sferzata di sviluppo ad una città abbandonata a se stessa. E il pensiero Parisi diventa un progetto, un programma unitario di tutto il Centrodestra, la risposta al comune sentire dell’uomo qualunque, quello, per intenderci, che lavora, che fatica, che vive sulla propria pelle, i disagi di una gestione fallimentare della città. Dice ad Antenna 3 “Spesso gli abusivi sono difesi dai centri sociali, spesso coperti dalla sinistra, all’arrivo delle forze dell’ordine. Gli occupanti sono i veri responsabili del disagio sociale delle nostre famiglie, va detto con chiarezza o rischiamo di trascurare chi ha davvero bisogno” Evviva la chiarezza! E sottolinea a proposito dei Rom tanto cari a Pisapia “Queste realtà abusive (n.d.r campi Rom) vanno o trasferite o sgomberate. E dove ci sono campi regolari vanno presidiati, va evitato qualsiasi comportamento illegale in città., Non si tratta di essere contro i rom Bisogna spiegare anche ai rom che o si vive alle nostre regole o devono andarsene». E sulle illegalità che genera insicurezza, promette «tolleranza zero» e «schiena dritta» rispetto ai valori.

Perché la risposta sta in «due strumenti: una migliore presenza di uomini, usando meglio gli uomini che abbiamo anche con il controllo sui mezzi pubblici. Ma non bastano gli uomini, serve più tecnologia, telecamere digitali da collegare in rete, sia quelle del Comune sia quelle private». Dobbiamo dare risposte concrete a questi problemi perché  a Milano in questi cinque anni il problema della sicurezza e del decoro urbano è stato sottovalutato, intere zone della città sono state abbandonate»

Chiarissimo anche il giudizio sulla «inutilità di Area C», perché «una città vietata alle automobili è una città dell’Ottocento, non è una città moderna». E «la coscienza ambientale non è girare in bici con scritte “no oil”. Non si pulisce l’aria andando in bici o facendo convegni, ma promuovendo investimenti nelle case e potenziando il trasporto pubblico, non vietando l’uso dell’auto».

Ma Milano ha bisogno di slancio, di sviluppo, di creatività, con idee e progetti che si collocano all’esatto opposto di Pisapia. A Repubblica Tv ha spiegato «La prima azione da sindaco sarà quella di semplificare le norme urbanistiche volute dalla giunta Pisapia. Regole che hanno completamente bloccato gli investimenti in città», infatti «l’attuale piano di governo del territorio non renderebbe possibile Citylife o la zona di Gae Aulenti, che oggi sono il miracolo di Milano». In sintesi : «Il mio modello è quello di liberare Milano dalla burocrazia, dalle tasse e da tutti i vincoli».

E finalmente con una politica pragmatica e liberale, Milano, con Parisi, potrebbe rinascere dopo il periodo oscurantista di Pisapia

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