Milano 14 Marzo – Due padovani uccisi in Zimbabwe, padre e figlio. Sono stati scambiati per bracconieri all’interno di una tenuta di caccia. Sarebbero morti per errore, dunque. Freddati a colpi di fucile da parte del personale di vigilanza della riserva privata. Il genitore aveva una cinquantina d’anni, il figlio una ventina. Il fatto è avvenuto nel pomeriggio di ieri. L’ora precisa non è stata resa nota.
La Farnesina conferma il tragico episodio, ma attende dalle autorità locali notizie più precise sull’identità delle due vittime. Si limita soltanto a informare che l’Ambasciata italiana di Harare (l’ex Salisbury, chiamata così, all’inglese, quando il paese si chiamava Rhodesia) sta fornendo tutta l’assistenza necessaria alla famiglia. L’Unità di crisi del Ministero degli Esteri italiano fa sapere anche che sono tuttora in corso, da parte delle autorità di polizia del paese africano, delle indagini per stabilire come sono andate realmente le cose. Il fatto presenta, in effetti, molti aspetti da chiarire. Molte zone d’ombra.
Padre e figlio si trovavano in Zimbabwe, paese dell’Africa australe che, dopo l’indipendenza e dopo la fine dell’Apartheid, seppur poverissimo, è diventato una delle destinazioni turistiche più gettonate della regione. Destinazione preferita soprattutto da chi ama il contatto con una natura autentica o, altresì, è appassionato di caccia.
Non si conosce il motivo per cui i due padovani si trovavano in Zimbabwe e nemmeno da quando tempo si trovavano là.
A Padova la notizia è rimbalzata attraverso canali privati, ma in modo
molto frammentario, tanto che finora l’unica conferma è quella data nella tarda serata di ieri dalla Farnesina. Che si è limitata a dare la notizia di due persone di nazionalità italiana uccise. Non specificandone né il nome, né l’età, né la provenienza. ( Renato Malaman – Il Mattino di Padova)
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