Milano 23 Marzo – Spettinata e confusa la Milano che attraversiamo ogni giorno, con quel ritmo dei tanti impegni quotidiani, con quell’ansia maledetta perché il tempo non basta mai, con quella rassegnazione che diventa abitudine, quasi un non voler vedere per non soffrire. Ma Milano, la Milano che amiamo, è diventata una mostra a cielo aperto di degrado, di illegalità, di ingiustizia sociale. Inutile ascoltare la sua anima. Inutile fotografare il puzzle di sporcizia, di vandalismi gratuiti, di criminalità diffusa, di incuria dilagante. Perché le segnalazioni si susseguono senza fine, perché lo sdegno dei residenti interessati è al limite della rivendicazione violenta. Inutile, sembra sempre più inutile, ascoltare il suo pianto. E gli edifici abbandonati diventano il fortino dello spaccio e della prostituzione, le case popolari presidi della criminalità organizzata, i parchi sede privilegiata dei campi Rom abusivi, le strade occupate dai profughi o clandestini che siano e dei loro bisogni, Suk alle fermate del tram, marciapiedi e vie sconnessi e pericolosi, muri e Monumenti imbrattati ecc. ecc. Una fotografia delirante che ha un nome: permessivismo cieco. Quel buonismo di Pisapia che non sa dove sta di casa il diritto, soprattutto dei milanesi, che sa solo “concedere” nel nome di un’integrazione velleitaria, che non sa proteggere dai soprusi una città complessa, ma potenzialmente tanto ricca di umanità vera. Pisapia oggi e Sala domani. Nella speranza che li accomuna, Nel desiderio di dare continuità ad un fallimento che sta nei fatti. Sempre alla ricerca di voti che diano linfa nuova ad un progetto di governo inefficace e improduttivo. Per le tante, troppe, incapacità dimostrate. Inutili sono le parole e le promesse.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano