MUDEC. Due nuove mostre: “Joan Mirò. La forza della materia” e “Italiani sull’oceano”

Cultura e spettacolo

Milano 27 Marzo – Le proficue collaborazioni con istituzioni culturali di ogni parte del mondo che connotano le attività di ricerca, di didattica ed espositive del Mudec, hanno condotto alla realizzazione di due nuovi progetti espositivi: una retrospettiva con oltre 140 opere dedicata a Joan Mirò, curata dalla Fundació Joan Miró di Barcellona, e un racconto delle relazioni culturali e artistiche tra Italia e Brasile alla metà del secolo scorso, intitolata “Italiani sull’Oceano” realizzata in collaborazione dell’Università di San Paolo in Brasile.
Nello Spazio Focus del Mudec, fino al 21 luglio, è allestita la mostra “Italiani sull’Oceano. Storie di artisti nel Brasile moderno e indigeno alla metà del ‘900”. Il percorso espositivo, suddiviso in 4 sezioni, presenta opere e documenti di proprietà di due critici d’arte (Pietro Maria Bardi e Margherita Sarfatti), di un’architetta (Lina Bo Bardi) e di due artisti (Gastone Novelli e Roberto Sambonet) che testimoniano l’incontro tra la cultura italiana e quella nativa brasiliana, con i nuovi processi di evoluzione urbana e le nascenti estetiche moderniste e concretiste che schiuse per artisti e intellettuali italiani stimoli e nuove prospettive di lavoro.
A raccontare il patrimonio della cultura del Paese sudamericano, ai tempi in cui gli Italiani varcarono l’oceano per raggiungere il Brasile, concorre una selezione di oggetti amazzonici provenienti dalle raccolte del MUDEC. Informazioni al link http://www.mudec.it/ita/mostra-italiani-sull-oceano-mudec-milano/
La mostra “Joan Miró. La forza della materia”, in programma fino all’11 settembre, prosegue il percorso del Museo dedicato agli artisti che hanno guardato al primitivismo delle culture extraeuropee attraverso un’ampia selezione di opere realizzate tra il 1931 e il 1981 e racconta, attraverso opere e sculture realizzate da Joan Miró, l’importanza che l’artista ha sempre conferito alla materia, come strumento utile ad apprendere nuove tecniche e come entità fine a se stessa. Attraverso la sperimentazione di materiali eterodossi e procedure innovative, l’artista mira a infrangere le regole per potersi spingere alle fonti più pure dell’arte, sottoponendo la sua opera a un processo di semplificazione della realtà che rimanda all’arte primitiva.

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