Milano 3 Aprile – Siamo sempre più uno Stato di polizia fiscale. A partire da questo mese, infatti, gli istituti di credito dovranno comunicare all’Anagrafe fiscale i dati relativi a tutti i rapporti finanziari dei propri clienti, compresi quelli relativi al saldo annuale dei conti correnti e dei conti deposito. La disposizione è contenuta nel decreto Salva Italia (D.L. 201/2011). La comunicazione dovrà essere inviata all’Agenzia delle Entrate, entro il 30 aprile.
Si tratta, dunque, di un ulteriore strumento nelle mani del Fisco per contrastare l’evasione fiscale.
Evidentemente non erano sufficienti:
– abolizione del segreto bancario;
– studi di settore;
– blitz della Finanza contro la mancata emissione di scontrini e ricevute (mitici quelli organizzati sotto le feste da Attilio Befera, già direttore dell’Agenzia della Entrate, a Cortina);
– redditometro;
Spesometro;
– 117 (numero di pubblica utilità della Guardia di Finanza per favore la delazione sul vicino di casa sospettato di evasione);
– Serpico (il mega software che registra milioni di informazioni al secondo per mettere a confronto dichiarazioni dei redditi, polizze assicurative, informazioni del catasto, del demanio, della motorizzazione, etc.);
– metodologie di controllo delle Pmi e dei lavoratori autonomi;
– limite all’utilizzo dei contanti fino a 3.000 euro;
– utilizzo del POS per le transazioni commerciali;
– fattura elettronica;
– Reverse charge.
Una considerazione è d’obbligo: se l’evasione fiscale in Italia riamane a livelli alti, pur con gli strumenti di contrasto citati, qualcosa non funziona nell’Amministrazione finanziaria. Che, di fatto, tartassa sempre i soliti noti.
La soluzione al problema sarebbe, invece, molto semplice. Ci sono ancora moltissime persone completamente sconosciute al Fisco che continuano a nascondere quote importanti di valore aggiunto.
E, soprattutto, non dimentichiamo il mancato gettito imputabile alle manovre elusive delle grandi imprese e alla fuga di alcuni grandi istituti bancari e assicurativi che hanno spostato le sedi fiscali nei Paesi con una marcata fiscalità di vantaggio per pagare meno tasse. Cioè tutti gli amici (e sponsor) di Matteo Renzi. A partire dal cittadino svizzero Marchionne, amministratore di Fca che ha sede fiscale ad Amsterdam e non a Torino….
Nato a Roma, laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche,
ha ricoperto ruoli dirigenziali nella Pubblica Amministrazione.
Attualmente collabora con il Dipartimento Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Milano. E’ autore di numerosi articoli in tema di diritto alimentare su riviste di settore. Partecipa alla realizzazione di seminari e tavole rotonde nell’ambito del One Health Approach. E’ giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.