Milano 8 Aprile – L’anno peggiore, sulle strade di Milano, fu il 2006. Morirono 92 automobilisti, pedoni, ciclisti (gli stessi decessi si verificarono anche nel 2001). Sempre nel 2006 si contarono 19 mila feriti, in 15 mila incidenti gravi. Da quel momento, le statistiche hanno raccontato una circolazione sempre più sicura. Un calo continuo sia degli incidenti gravi, che nel 2015 sono stati poco più di 8 mila (quasi dimezzati rispetto al 2006), sia dei feriti (scesi a poco meno di 11 mila). La tendenza è continua e consolidata, solo che negli ultimi 2 anni è risalito il numero dei decessi: erano 33 nel 2013 (anno col dato più basso in assoluto), sono passati a 42 nel 2014 e a 50 nel 2015. Il bilancio della sicurezza stradale è stato presentato ieri durante un convegno organizzato per la stampa alla scuola del corpo della Polizia locale. I dati permettono un’interpretazione storica su quasi un ventennio di sicurezza stradale: gli incidenti con feriti aumentarono del 51 per cento tra il 1997 e il 2001, poi cominciò un calo medio del 4 per cento all’anno. Sul numero dei decessi l’andamento ha seguito la diminuzione, che tra l’altro è in linea con gli obiettivi della Comunità europea: l’anno scorso sono stati il 48 per cento in meno rispetto al 2001 e il 14 per cento in meno del 2010. Come si spiega, allora, l’aumento di morti sulle strade negli ultimi due anni, in particolare se nello stesso periodo sono comunque calati gli incidenti gravi?
Prima di tutto bisogna considerare che nel 2014, su 42 decessi, 18 sono stati pedoni e 5 ciclisti; 13 guidavano moto o motorini; soltanto 6 erano a bordo di auto. Una dato che può essere messo in relazione con un’analisi: «Il rispetto di alcuni comportamenti come la precedenza – spiega la Polizia locale – ha ridotto gli urti frontali e laterali, con conseguenze più gravi. Sono invece in aumento gli urti contro ostacoli fissi imputabili alla velocità, alla distrazione e all’uso del cellulare durante la guida». E ancora: «Tra le cause di incidenti accertate nel 2014, la più rilevante è la guida distratta». Una possibile spiegazione potrebbe allora essere: se gli automobilisti milanesi rispettano di più alcune norme di base del codice della strada, allo stesso tempo si distraggono molto più di frequente.
Gianni Santucci (Corriere)
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