Milano 8 Aprile – Un esercito di 34.562 persone. Figli, genitori, parenti e amici di cui si sono perse le tracce. Il dato è in costante crescita e viene illustrato dal sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione, e dal commissario straordinario del governo per le persone scomparse, Vittorio Piscitelli, in occasione della presentazione della quattordicesima relazione semestrale sull’attività dell’ufficio.
Dal 1974 le statistiche vengono aggiornate quotidianamente. E se le persone scomparse, al31 dicembre 2014, erano 29.234, l’anno seguente aumentavano del 18%. Il Viminale ha infatti spiegato che alla fine del 2014 erano state registrate 150mila denunce, mentre nel 2015 sono state 166.280 le persone che si sono rivolte alle forze dell’ordine perché un loro parente era scomparso nel nulla. Fortunatamente il trend dei ritrovamenti è salito dell’80%. Questo vuol dire che sono state ritrovate 131.718 persone. 34.562. il numero degli scomparsi è incredibilmente alto. Come se in un attimo tutti gli abitanti di Riccione, ad esempio, facessero perdere le loro tracce. L’aridità dei numeri non riesce a trasmettere la tragedia vissuta dalle famiglie di chi, un giorno, è uscito di casa e non è più tornato. Un libro riposto in un comodino e mai più riaperto. Una stanza vuota dove ogni oggetto sembra essere rimasto immobile per lungo tempo. Un silenzio che riesce a far rimbombare l’angoscia in ogni angolo della casa. 8.705 sono italiani e 25.857 provengono invece da altri paesi. I maggiorenni sono 11.983 (5.687 italiani e 6.296 stranieri). Una particolare attenzione deve essere riservata ai 1.339 scomparsi di età superiore ai 65 anni, di cui gli italiani sono ben 1.106. I minorenni invece sono 21.240 (1.912 italiani e 19.328 stranieri). I giovani si allontanano da casa perché sempre più spesso hanno problemi con la droga. In altre occasioni vengono trascurati dalle famiglie. Altre volte il fenomeno è collegato al quello dei foreign fighters. In generale, invece, sono in maggioranza gli uomini: 25.186. Le donne scomparse invece sono 9.376.
Tra le regioni del Belpaese, è il Lazio la capolista di questa angosciante classifica: 7.089 casi. Come se ad un tratto quasi tutta una delle due curve dello stadio Olimpico svanisse nel nulla. Al secondo posto c’è la Sicilia (6.362). Poi la Lombardia (3.562), la Campania (3.398) e la Puglia. Altra categoria è quella degli italiani scomparsi all’estero. Sono 190 i nostri connazionali di cui non si sa più nulla da quando hanno varcato i confini dello Stivale. 136 sono maggiorenni, di cui 23 over65. In 23 non hanno ancora compiuto 18 anni. Stando ai dati forniti dall’annuario statistico pubblicato dal ministero dell’Esteri, le procedure aperte nel 2014 dalla Farnesina per le ricerche degli italiani scomparsi all’estero, nel 2014 erano 3024. Grazie alla cooperazione con gli altri paesi, molti sono stati ritrovati. Le motivazioni di tale allontanamento sono le più disparate. Il numero più elevato rimane quella dell’allontanamento volontario. La banca dati del ministero registra 10.571 casi (8.024 minorenni, di cui 7.455 stranieri, e 2.305 maggiorenni). Il fenomeno più preoccupante resta comunque quello degli allontanamenti dei minori dai Centri di accoglienza: al 31 dicembre scorso, il totale complessivo di quelli ancora da ricercare era di 7.440, pari a circa il 22% delle scomparse. Alla categoria dei «possibili disturbi psicologici» sono ascritti 503 casi (11 minorenni, 377 maggiorenni e 115 over 65). Si tratta spesso di malati di Alzheimer o di adulti affetti da malattie neurodegenerative. Un altro capitolo è quello delle sottrazioni dei minori. Sono 365 di cui 200 stranieri e 165 italiani. Le possibili vittime di reato rappresentano invece un totale di 100 casi. 15 riguardano minorenni, mentre 84 maggiorenni e in un solo caso un ultra 65enne. Restando nell’ambito delle motivazioni dell’allontanamento, le voci «non rilevata» o «non conosciuta» rappresentano il dato più ampio in assoluto. 15.581 su un totale di 34.562 persone ancora da rintracciare, ovvero il 45% del totale. Queste voci però riferiscono un retaggio del passato, quando nella denuncia non veniva ancora registrata la ragione della scomparsa. Bisogna anche tenere in conto il fenomeno dell’immigrazione clandestina e delle migliaia di persone scomparse in mare. Le storie degli scomparsi si intrecciano spesso con quelle dei cadaveri senza nome, corpi mai reclamati che attendono di essere inumati, che aspettano che un parente li ritrovi per potergli dare l’ultimo saluto.
Andrea Ossino (Il Tempo)
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