Milano 9 Aprile – Occorre dire che se c’è un tornaconto in soldi, i vari stranieri (non importa l’etnia d’origine) che vivono a Milano, imparano immediatamente la strada dell’integrazione. Anzi diventano molto italiani, si adeguano ai nostri gusti, diventano imprenditori in quei settori che sono da sempre il vanto della creatività italiana. Soprattutto in cucina. Riporta Omni Milano “C’è la pizzeria macelleria e quella che è anche osteria, la pizzeria che è specializzata anche in fagotti o è una salumeria, quella che prepara pure rosticceria e specialità dolci arabe o insieme alla pizza offre sempre il kebab o gli involtini primavera. Uno dei piatti simbolo della cucina italiana nel mondo, la pizza, a Milano è ormai sempre più etnica, soprattutto se d’asporto. In città le pizzerie straniere hanno raggiunto i titolari italiani e sono pronte al sorpasso. Su quasi 1.300 imprese che nell’attività dichiarano di essere pizzerie, il 50% (oltre 600) è in mano a stranieri. Sono soprattutto egiziani che pesano da soli i due terzi degli stranieri (considerando solo le imprese individuali) e un quinto di tutte le pizzerie di Milano. Vengono poi gli imprenditori cinesi (16% delle piccole imprese del settore, 4,5% di tutte le pizzerie) e quelli turchi (7,4% e 2,1%). La maggior parte dei pizzaioli egiziani è originaria di Assiut, capitale dell’omonimo governatorato a grande concentrazione coopta, ma c’è anche la pizzeria mista egiziano-peruviana. Emerge da una elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati del registro imprese relativi a quasi 5 mila imprese attive a Milano città nel settore della ristorazione di cui quasi 1.300 dichiarano di essere un pizzeria, tra somministrazione in loco e asporto. Il dato sullo Stato di nascita è calcolato sui titolari di impresa individuale straniera del settore.” Un’invasione, si direbbe. E non si capisce come mai tanti pizzaioli italiani siano disoccupati o non trovino il capitale per aprire una pizzeria. E non si capisce come mai gli “ospiti” stranieri siano tanto attenti alle nostre tradizioni culinarie e così spesso irrispettosi delle nostre tradizioni tout court. Per farla breve la volontà per integrarsi c’è solo se conviene. Conviene anche agli italiani?