Milano 10 Aprile – Se lo chiedono politologi e giornalisti. Se lo domanda l’uomo di strada: dove sono finiti i comunisti? Quali sono le ragioni della trasformazione del Pci in Pd? I “compagni” sono rimasti orfani. Con un triplo salto mortale da difensore dei lavoratori sindacalizzati il partito di Peppone si è fatto paladino delle istanze libertarie. Vale la pena scomodare le categorie della sociologia, della psicologia forse, e senza alcun dubbio, quelle della filosofia.
Ha scelto quest’ultima strada il Circolo Proudhon, che fa politica e cultura ponendosi oltre gli schieramenti. Costoro, giovani, preparati e agguerriti, dispongono di un’ottima casa editrice. L’ultimo libro pubblicato la dice lunga sulla metamorfosi subita dalla sinistra: il passo tra Berlinguer e Vladimir Luxuria non è breve. Parliamo di Un comunista a Parigi nel ’68, metamorfosi del Capitalismo nel pensiero di Michel Clouscard di Lorenzo Vitelli (Ed. Circolo Proudhon, pp. 94, Euro 10), in cui si enuclea appunto il pensiero di Clouscard (1928-2009), un marxista puro osteggiato in patria e mai tradotto in Italia. I suoi erano i tempi di Foucault, Guattari, Deleuze, il cui strumento rivoluzionario era la “liberazione del desiderio”. Alla faccia di Stalin e dei suoi emuli occidentali.
Il ’68 è il padre del ceto medio, del terziario, della civiltà dei consumi e dei diritti, della liberazione sessuale: con il proletariato e la borghesia classica tutto ciò non attecchisce. Ha trovato humus fertile nella terra di mezzo, dove ex proletari non si dedicano all’accumulo di beni tipicamente borghese ma consumano all’infinito. I beni, il lavoro, persino se stessi lavorando cinque giorni per poi “divertirsi nel week end”. Che il Sessantotto francese è padre pure della droga, dello sballo e di tutti gli eccessi.
Tra le pieghe di questo libro troviamo la metamorfosi spiegata. Compreso il disagio dei duri come Marco Rizzo del residuale partito comunista, che non ci si raccapezza. L’inutilità dei diktat severi di un prete laico come Gianni Cuperlo. Le ragioni della saggia scomparsa di Oliviero Diliberto, che con questi non c’entra nulla. La nuova sinistra erede del ’68 è l’alleata migliore del neocapitalismo del terziario avanzato, del consumismo e dell’etica à la carte, perché, come spiegò bene Clouscard, il desiderio è la “mercanzia suprema del capitalismo”. Perciò ai diritti primari si sono sostituiti quelli privati. In un grande supermercato della volontà di potenza rovesciata, in cui l’uomo consuma se stesso desiderando. Persino di mutarsi in altro da sé.
Claudia Galdana (Il Giornaleoff)
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