Milano 12 Aprile – Non sarà esattamente la priorità numero uno nella vita degli Italiani, ma un po’, personalmente, mi inquieta pensare che il capo degli arbitri ad un certo punto della partita inizi a dar calci al pallone. Anzi, per essere più precisi, cominci a fare entrate fallose sulle gambe dei giocatori di una delle due squadre.
Questo è successo ieri quando, per motivi al limite dell’eversivo, il Primo Giudice della Corte Costituzionale, ha deciso di dire che votare ai Referendum è un dovere civico. Addirittura, secondo l’alto magistrato, sarebbe uno dei segni distintivi del cittadino. Ecco, cominciamo subito col dire che costringere la gente a votare non è un segno d democrazia. È, semmai, un cascame tirannico. Finalmente in Italia ce ne siamo liberati. Davvero il custode della Costituzione ne sente la mancanza? Secondo punto, forse ancora più rilevante: saggiamente, i Costituenti hanno previsto che la validità del Referendum sia esclusivamente presente qualora votino almeno il 50%+1 degli aventi diritto. Quindi, evidentemente, pure per i nostri padri la partecipazione non era obbligatoria. Altrimenti perchè preoccuparsi di cosa succede al di sotto di una certa soglia? Ma dirò di più, altrimenti perché prevedere questa soglia solo per il referendum, ignorando totalmente ogni altro tipo di consultazione? Ecco, se persino chi la Costituzione l’ha scritta ha pensato che non votare per il Referendum sia una legittima via di battaglia politica, per quale strana ragione questo arbitro sta scendendo in campo? La verità è banale e tragica allo stesso tempo. Perchè ormai gli arbitri non sentono più l’esigenza di non indossare i colori di una squadra.
E siccome il ruolo di giocatori come gli altri gli va stretto, si sono ricavati una nicchia che nessun paese civile tollera: quello di chi mantiene il potere di impedire agli altri di giocare, come gli arbitri, unito con quello di far vincere una squadra, come i giocatori. Nello sport questa condizione non ha nome. In politica chi può fare entrambe le cose è il tiranno. Io spero, e mi auguro, che gli Italiani diano un segno di libertà altissimo fregandosene del ponderato parere di questo magistrato. Perchè gli apprendisti stregoni, anche e soprattutto quando credono di essere pienamente entro i limiti del proprio mandato, rischiano di creare i danni più gravi.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,