Milano 13 Aprile – Ogni giorno che passa una trasfusione di sinistra diventa un obbligo se si vuol convincere i nostalgici e i radicali del PD. E così il Kompagno Sala non sa più che cosa inventare, quali giuramenti formulare per affermare un Dna rosso come il fuoco, da vero comunista Doc. E, naturalmente, deve confessare anche qualche peccatuccio che fa parte del costume di un passato di sinistra “Ho fumato una canna da studente, quando ero al liceo Scientifico di Desio.” E intona Bandiera rossa, perché è l’inno del cuore, da sempre..e chi potrebbe dire il contrario dopo un’esibizione così convincente.
E’ successo a Radio 2, nella trasmissione “Un giorno da pecora”: il Kompagno Sala ha fatto il piacione, ha riso, scherzato, ha detto ovvietà assolute per rendersi simpatico. Sta tentando in tutti i modi di conquistare voti, dismettendo ad arte quel tono di supponenza che gli è abituale, cercando un rapporto da trasformista che probabilmente gli hanno suggerito. Fino ad eccedere in banalità fuori misura “. «Da piccolo, per via del mio cognome, mi facevano le solite battute che fanno i ragazzini, tipo sala da pranzo». A proposito di ”sala”, gli chiedono, qual è la sua sala preferita in casa? «Il bagno». Il bagno? «Si, perché mi metto lì, leggo le mie riviste e, avendo anche la musica, ascolto musica. Dai Doors a Paul Weller, sono un rockettaro». Chi l’avrebbe mai detto?
Un rochettaro che legge e medita, magari anche sulla Milano futura, in bagno? Perché no? Le vie a sinistra sono infinite…
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano