Milano 15 Aprile – Tre giorni fa Il Corriere nel dare notizia della chiusura della storica libreria Puccini, annotava: “Se nel periodo 2010-14 la situazione era, tutto sommato, stabile, nel 2015 le chiusure sono state 15: da 326 a 311 punti vendita, ovvero il 6 per cento in meno. Con ricadute, inevitabili, sull’occupazione: gli impiegati nel settore sono diminuiti da 1.363 a 1.255. Le previsioni per il 2016 non sono migliori…. La libreria Puccini si è vista costretta alla resa quando anche uno dei suoi pilastri, quello dei libri scolastici, ha iniziato a vacillare: «Eravamo un punto di riferimento per le famiglie – ricorda il responsabile del negozio, Luca Tesini, 43 anni – , ma tra supermercati, grande distribuzione sul web e tablet c’è stato un crollo». Risultato: ricavi sempre più ridotti per riuscire a coprire i costi (tasse, affitto, personale). I cinque dipendenti stanno cercando di ricollocarsi, ma potrebbero dover cambiare città: «Personale qualificato – Tesini difende la professionalità dei colleghi – con esperienza pluridecennale».
Il caso della Puccini è solo l’ultimo nell’annus horribilis di un settore che a Milano, fulcro dell’editoria, assume una dimensione ancora più preoccupante. Lo scorso luglio, la Libreria del Corso in zona San Gottardo saluta i clienti dopo aver resistito per 11 anni: cessata attività. Tre mesi prima, ad aprile, un altro «lutto» pesante. Chiude dopo 50 anni Milano Libri in via Verdi, a due passi dalla Scala, fondata nel 1962 dal disegnatore Giovanni Gandini assieme alla moglie Annamaria Gregorietti: punto di riferimento per gli appassionati del fumetto, dove nacque la rivista Linus.Il 1 febbraio 2014 si arrende al canone d’affitto «quadruplicato» al rinnovo del contratto la storica vetrina di via Dante Librerie Riunite. Fondata nel 1945, è stata la prima a vendere i libri «un tanto (12.900 lire) al chilo». A febbraio di quest’anno, segno che il trend negativo permane, ad abbassare la serranda è anche l’ultima libreria del quartiere Corvetto, il corner Feltrinelli al piano seminterrato della Upim di via Polesine. Nonostante la foto-petizione online lanciata dai lettori: sono state raccolte quasi mille firme in una sola settimana che, però, non sono bastate a salvarla.” Chiudere le occasioni per fare cultura è molto triste e incomprensibile, perché è incontrovertibile che la fame di sapere esiste. Il Giornale riferisce “Un libro su cento viene rubato dagli scaffali in cui è in vendita: lo ha dichiarato Riccardo Cattaneo, ex direttore generale delle librerie Mondadori. Ottocento di questi, ogni anno, solo nelle grandi librerie Mondadori (che certo non sono le uniche in Italia), finiscono nello zaino di qualche lettore che preleva, intasca, e non paga. Centinaia di migliaia di libri subiscono la stessa sorte… Ma quali sono i libri più desiderati dai ladri? A differenza di quel che immaginiamo non sono effimeri fenomeni di massa, best-seller che attirano i palati più curiosi, ma, spesso, pietre miliari della narrativa e della filosofia. Stando a una classifica del New York Observer , gli autori più gettonati dai ladri sono Michel Foucault, Paul Auster, Georges Bataille, William S. Burroughs, Charles Bukowski, Raymond Chandler, Michel Foucault, Dashiell Hammett, Jack Kerouac: e non manca il nostro Italo Calvino.” Contraddizioni su cui riflettere
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