di Claudio Bernieri
Milano 15 Aprile – Ecco il micio Belpietro in redazione, ecco i cagnolini della dottissima Lina Sotis, titolare della rubrica Bon ton islamico, ecco le lunghissime discussioni al Corrierone tra Stenio Solinas e Galli della Loggia sul Loden (se trattasi di pastrano di destra o di sinistra, se lo portava Lenin o Togliatti) …. e poi le pagine al fosforo bianco dove emerge l’alata figura dell’ottuagenario Vittorioso Feltri (siamo nel 2024 al Corriere della Sura, comprato dagli emirati arabi) unico giornalista scrivente, dopo che una riforma informatica voluta da Mustafà Alkan e Mohammed Marchionne (entrambi convertitisi all’Islam) ha installato un supercomputer con sede nel Bangla Desh, capace di imitare i fondi di Alesina Giavazzi e di risparmiare sugli stipendi…
E’ il romanzo fantapolico anti buonista che gira da una settimana nelleRedazioni politcally corretc : lanciato dal sito “scenarie economici”, pubblicato dalla pagina L’invasione su Facebook.
Il romanzo fa venire il maldipancia alla Umma dei buonisti: prende in giro papa Francesco, racconta del tapino Fontana, ex direttore dell’Unità, costretto dal soviet interno a reclamizzare le bellezze dell’Islam radicale, mentre il censore Massimo Robotnik impone la velina radical chic ai giornalisti interni superstititi.
Milano è nella morsa del Pasha Alì Sala, e tutto il mondo progressista della moda e della cultura, grazie ai generosi Mutui elargiti dalla finanza islamica, si è convertito alla religione di Allah e al chador. Che fare?
Un gruppo di Solferine, stagiste precarie, sexy croniste e porno- reporter arrivate con Politodopo la chiusura del Riformista da San Pietroburgo e Bucarest, bellocce desnude, imposte da Polito alle casse esangui del quotidiano, ora destinato al fallimento, sono le uniche ascrivere di cronaca nera e a girare per le strade per raccogliere le notizie…. Ed ecco l’idea geniale del romanzo: descrivere l’Invasione dei gommoni come in una riedizione delle Ultime lettere di Jacopo Ortis. Una lettura per neo patrioti. Un carteggio tra una Solferina, tale Alina Suchiànova da Bucarest, e un Direttore innamorato, il Fontana.
Già, mentre il Corriere affonda, mentre quasi tutti i giornalisti sono stati prepensionati dal computer centrale, ecco milioni di africani sui gommonimche approdano nel Califfato di Lampedusa, e impongono la Sharia all’Italia. Feltri convince la Solferina Alina Suchiànova, a scarpinare per l’ex Italia dove impera l’emiro Akbar Renzi, per raccontare il disastro. Una scarpinata tra i vari califfati d’Italia .
“ E se ti chiedono che lavoro fai, dì che sei una commerciante di cavalli” spiega Feltri. Il Micio Belpietro (e qui il pensiero va all’immortale romanzo di Bulgakov) si siede in redazione e impone i fondi a un prepensionato Galli della Loggia…
Inizi il carteggio: l’ultimo direttore, tale Fontanelli, risponde alle lettere della Solferina, gira l’Italia come avrebbe fatto Ugo Foscolo. Il lettore scafato riconoscerà nel Fontanelli il pierino Fontana. Il Fontanelli innamorato finirà dritto a fare la diretta di Calatafini, dove i Mille di Casapound, con le brigate don Giussani e con la colonna Maria Goretti sbarcano per sconfiggere O califfo delle due Sicilie, il Califfo di Tripoli e altri ciabattanti emiri che hanno invaso l’Italia.
Gommoni, invasione islamica, ruolo della stampa zerbino e imminente fallimento del Corrierone che fu di Buzzati: temi scottanti, descritti con la spada di Guareschi. Un pamphlet attuale, proprio mentre Feltri potrebbe risollevare le sorti del quotidiano, salvato dall’editore Cairo. Le Solferine avranno senz’altro il plauso del vate Montanelli, che avrebbe certamente scritto velenosi fondi contro l’arrivo di migliaia di gommoni .
E si rivolta nella tomba, cercando disperatamente la sua immortale mitragliatrice Lettera 22 per impallinare la vergognosa intellighenzia filo islamica del Corriere.
Presto in E book e poi in cartaceo, il romanzo satirico L’Invasione sta destabilizzando le belle lettere che hanno messo il chador.