Di Claudio Bernieri
Milano 17 Aprile – Succede a Genova: lei, Linda, 13 anni, tutta scuola, web e talent in TV. Ha sentito vagamente parlare della querelle tra i giovani cantanti esordienti e la vedova di Battisti, Grazia Letizia Veronesi. Dopo aver proibito ai fans di Lucio di portate fiori sulla sua tomba (ha fatto alla fine riesumare e cremare i poveri resti del marito, per tenerli tutti per sé sul suo comodino), ora Grazia Letizia vieta che i brani del caro estinto siano cantati da altri. Così, forse dopo aver letto qualcosa nella rete, Linda chiede ingenuamente al prof. di educazione musicale, in una scuola media della Valbisagno: “ Scusi, ma è vero che Battisti era fascista?”. Il prof., Vittorio R. docente, musicista e musicofilo, diplomato al conservatorio Paganini, invece di rispondere canticchiando la nota canzone di Gaber (cos’è la destra, cos’è la sinistra) si adombra, forse è politically correct e le allunga un 4 sul registro.
Forse che sia stato proprio il Vittorio ad ispirare la nota canzone di Gaber, che raccontava negli anni 80 che la doccia era di sinistra e la vasca da bagno di destra? Fatto sta che dopo l’igiene, era toccato ai cantautori negli anni 70 e 80 e 90, fino agli epigoni farsa dell’ologramma Fedez e del truce Mengoni , made in Sugar, ad essere catalogati politicamente progressisti. Il cantautorificio deve essere politically correct, in Italia, sin dagli anni 70: quindi di sinistra.
Battisti e Mogol, come si sa, non si curavano delle etichette e quindi vennero spesso accusati di essere “fasci”.
Il padre di Linda però non ci sta e racconta tutto a Giulia Mietta, cronista del Secolo XIX: “ sono rimasto sconcertato, non tanto per il voto, perché mia figlia ha tutti 9 e 10, ma piuttosto per il metodo educativo .Una adolescente pone una questione, e il docente invece di impostare il problema e discuterne, fare un dibattito, le da un 4.”
E il prof.? “ era un intervento fuoriluogo, fatto in modo provocatorio e superficiale: lei accosta va il fascismo ai cantautori degli anni 60 e 70. E poi rideva. Maleducata.”
Povero prof. Non sa forse che lo stesso De Andrè era stato per anni accusato di essere fascista, lo stesso trattamento fu fatto ad altre pop star, da Mogol, autore dei testi “fascisti” di Battisti, a Battiato, a Orietta Berti, a De Gregori, a Guccini, etc.
In realtà, tutti rei di non cantare gratis ai concerti dei “compagni”.
Insomma, il racket dei concerti politicamente corretti degli anni 70 e 80 volevano la tangente.
Se capì qualcosa di più Fabrizio de Andrè che alla fine fu costretto a cantare gratis per Poter Operaio: in cambio non venne più accusato di essere “fascio” ( vedi il libro Non saprate sul cantautore,ed. Vololibero).
Non restava al docente Vittorio che intonare il noto refrain di Edoardo Bennato : “Sono solo canzonette”.
Ma che lezione musicale stonata in quella scuola della Valbisagno….