Milano 18 Aprile – La prima presunzione di uno stonato è di saper cantare anche se non azzecca una nota, ma abitualmente è un simpatico, uno che crea empatia, che vuole imparare. Il peccato originale della Giunta Pisapia è di avere una certezza, quella di saper cantare singolarmente e di poter creare un coro di livello. Ma come diceva il bravo Jannacci che aveva capito tutto della vita “..ci vuole orecchio /bisogna avere il pacco /immerso, intinto dentro al secchio, /bisogna averlo tutto/anzi parecchio…/Per fare certe cose..” che, in sintesi voleva dire “Bisogna avere la sensibilità per ascoltare, per mettersi sulla stessa lunghezza d’onda con gli altri, per, poi, immergersi nella realtà, totalmente e trovare sintonia d’intenti, creando quell’armonia che può diventare melodia. Ma Pisapia e i suoi hanno solo creato assoli stonati, raramente l’insieme del coro partiva dalla realtà, la base musicale aveva un autore mediocre che ripeteva musiche antistoriche, lontane anni luce dalla melodia. Un coro distratto, presuntuoso, senza umiltà e la voglia di faticare per imparare. Perché cantare con vecchi spartiti di qualità era più immediato, perché improvvisare era più semplice, perché in un coro di primedonne sembra vincano tutti, ma non Milano. Il Beppe Sala che conosce l’arte del “faccio tutto io” e non sa misurarsi neppure con i compagni di banco, promette la ripetizione di un coro stonato, perché “Ci vuole orecchio.. Chi ha perso il ritmo si deve ritirare, non c’è più posto per chi vuol far da solo…chi non sa stare a tempo, prego andare.”
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano