Milano 20 Aprile – C’è un piccolissimo problema che viene da Sud per la gioiosa macchina da guerra di Mr Expo. Lo dichiara lo stesso Sala all’Huffinghton Post. È primavera e riprendono gli sbarchi. Il che porta a due problemi. Le città governate dal centrodestra hanno tamponato le falle e si preparano a respingere l’onda. Le città come Milano, che dell’invasione hanno fatto un vanto, rischiano di essere sommerse. E la gente, andando al seggio, potrebbe non gradire la vista degli sfaccendati richiedenti asilo. Anche perché non è affatto da escludere che si diffonda la balzana idea che, forse, qualcuno si faccia a quel punto un sacco di domande scomode. Per esempio, se sotto elezioni sono dovunque, in caso di vittoria della premiata ditta Majorino Granelli chi mi garantisce che non si moltiplichino? Quindi per togliersi il problema Sala chiede al Governo di evitare di fare quello che dopo le elezioni avverrà comunque. Un diluvio. Anche perché lo snodo ferroviario Meneghino è sempre estremamente appetibile. Quanto lontani sono i giorni dei “nostri fratelli” Islamici. Ecco, esattamente, quanto lontani sono? Non è facilissimo capirlo. Sotto elezioni nemmeno Pisapia aveva mai detto frasi del genere. Ci volle la vittoria con Vendola in strada per scoprire la fregatura. E stavolta? La differenza stavolta è che sono passati cinque anni di Arancione. È quindi piuttosto difficile fregare i Milanesi di nuovo. Per questo Sala si sta impegnando. Per esempio replicando in sedicesimi l’operazione Passera imbarcando Zanetti di Scelta Civica. Oppure usando un fitto bosco di foglie di fico, sperando che Majorino, anche detto l’amico del giaguaro, ci si riesca a mimetizzare dietro con l’amico maculato. L’intervista prosegue sul ruolo di Renzi nelle elezioni. Si vede che di argomenti più seri non interessa a nessuno parlare. Sala, comunque, teme anche quello. È un candidato assai tremebondo quello che abbiamo di fronte. In effetti, difficile dargli torto. Lui può solo perdere. O meglio. Lui ha solo da perdere da questa corsa, che aveva iniziato sperando non ci fossero rivali degni di questo nome ad aspettarlo alla linea di partenza. Ed ora che ne ha uno che non ha paura, tutte le sue ataviche insicurezze gli si ripresentano davanti. Ha paura dell’accoglienza perché non gli appartiene. Ha paura della linea della fermezza, perché sa che non gliela faranno mai tenere. Ha paura di Renzi, perché è un fattore destabilizzante. Ed ha paura dell’assenza di Renzi, perché è un vantaggio cui non può rinunciare la sua presenza.
Ha, di fondo, paura di se stesso. Perché sa, nel suo cuore, di non essere adatto. Non a governare, magari. Ma a competere di certo. Non è il suo mestiere. Non è la sua vocazione. Non è la sua passione. Ed oggi è costretto a misurarsi con questa situazione solo, circondato da alleati che lo vogliono morto. Non è una bella situazione. Ed ora ha il nemico alle porte. Povero Beppe. Credo vada aiutato. Facendolo perdere. È per il suo bene. Ma soprattutto per il bene di Milano.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,