Milano 21 Aprile – Tutti ricordiamo quel primo maggio: Milano devastata, ferita dal ghigno e dalla violenza degli Antagonisti. Ricordiamo la paura, l’impotenza, il dolore. E ricordiamo il comportamento delle Forze dell’Ordine molto prudente: si disse, allora, che avessero avuto l’ordine di non intervenire, meglio, di non forzare gli interventi, perché non ci scappasse il morto. Un modo di salvaguardare i No Expo, insomma. Milano a fuoco e fiamme, ma “loro” salvi e indisturbati. Il rilievo mediatico fu enorme, ma anche l’indignazione per una passività della polizia che sembrava ingiustificata. Ora la conferma dal Viminale: le Forze dell’Ordine consentirono la violenza. Riferisce Il Giorno “. A metterlo ‘nero su bianco’ e’ il Ministero dell’Interno nella richiesta di costituzione di parte civile presentata contro i 4 giovani imputati nel processo col rito abbreviato che si e’ aperto oggi davanti al gup Roberta Nunnari. “Non e’ inutile – scrive l’avvocato Alberto Giua, che rappresenta il Viminale – osservare che anche alla luce di episodi analoghi e/o successivi, che se i manifestanti hanno potuto , in qualche misura, ‘scatenarsi’, cio’ e’ stato consentito dalle forze dell’ordine proprio al fine di salvaguardare l’incolumita’ degli stessi imputati”. I quattro antagonisti sono stati arrestati il 12 novembre scorso con le accuse di devastazione e incendio per la ‘guerriglia urbana’ durante il corteo contro l’Expo.
Il gup ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile presentata dal Ministero dell’Interno solo in relazione al reato di resistenza, non anche a quelli di devastazione e saccheggio. In sostanza, secondo il gup non e’ accoglibile la richiesta per questi due reati perche’ proprio alle forze dell’ordine e’ demandato il compito di tutelare il bene pubblico. Nella richiesta di costituzione, il legale del Ministero aveva chiesto “il ristoro del danno all’immagine, a causa dell’obiettiva perdita della credibilita’, correttezza e affidabilita’ dell’azione amministrativa davanti ai cittadini, per i fatti contestati agli imputati, da determinarsi equitativamente”.
In considerazione dell'”ampia risonanza mediatica” il danno all’immagine e’ stato calcolato “in misura non inferiore” alla somma di 300mila euro. Il gup ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile presentata da Unicredit per i danni ad alcune filiali calcolati in 870mila euro in relazione al reato di devastazione e saccheggio. Non e’ stata accolta la richiesta delle difese di condizionare il rito abbreviato all’accoglimento di una consulenza sui filmati delle telecamere. Nell’ordinanza, il gup ha sottolineato che comunque durante la discussione ci sara’ spazio per approfondire i filmati considerati dalla Procura una prova cruciale. I legali hanno quindi optato per l’abbreviato ‘secco’, rito che consente lo sconto di un terzo della pena, e il processo e’ stato aggiornato al 5 maggio.” L’indignazione e la rabbia dei milanesi rimangono.