Draghi “Noi obbediamo alla legge, non ai politici”: schiaffo alla Germania

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Milano 23 Aprile – «Noi obbediamo alla legge, non ai politici». Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi ha replicato duramente ieri alle critiche tedesche alla politica monetaria e anche agli attacchi personali, ribadendo che la Bce è indipendente e che il consiglio è stato «unanime nel difendere l’indipendenza dell’istituzione e la postura appropriata della politica monetaria accomodante». Secondo i Trattati europei, ha ricordato, la Bce deve assicurare la stabilità dei prezzi nell’eurozona, e non nella sola Germania.

La scintilla delle aspre critiche provenute da più parti erano state le dichiarazioni del ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, alla politica dei bassi tassi d’interesse e addirittura la sua accusa alla Bce di aver provocato il successo elettorale, al voto regionale del mese scorso, del partito anti-immigranti AfD. Draghi, che ha incontrato Schaeuble venerdì scorso a Washington a cena, per una discussione che ha definito «molto positiva, fruttuosa, tranquilla e molto amichevole», ha osservato che il ministro ha fatto poi una parziale marcia indietro («Non intendeva dire quello che ha detto, o non ha detto quello che intendeva dire»). Ma il presidente della Bce ha anche ribattuto, a chi ha chiesto che a succedergli sia un tedesco, che le stesse politiche sono state adottate in altre parti del mondo e in tutti i principali Paesi e che il suo predecessore, il francese Jean-Claude Trichet, ha dichiarato che avrebbe fatto «le stesse cose di Mario».
Una discussione «educata e vivace» è benvenuta, ha detto Draghi, ma critiche che danno la percezione che l’indipendenza della banca centrale è a rischio possono causare rinvii di investimenti. «Il risultato – ha detto – è che ci vorrà più tempo perché le nostre politiche producano risultati». Alla fine, si richiederà un’ulteriore espansione monetaria. Il cancelliere Angela Merkel è intervenuta ieri difendendo l’indipendenza della Bce, ma sostenendo che il dibattito in Germania è «legittimo».

Ma Draghi non ha mancato anche di sottolineare che «la politica monetaria negli ultimi quattro anni è stata l’unica a sostenere la crescita» e che questa ha invece bisogno di una strategia «a tre punte», come ha invocato la settimana scorsa il Fondo monetario, con le riforme strutturali e la politica fiscale. Questa è leggermente espansiva al momento nell’eurozona, ma il presidente della Bce ha insistito che deve essere più favorevole alla crescita: meno tasse, meno spesa pubblica e maggiori investimenti.
Il capo della banca centrale ha anche approfittato della conferenza stampa, in cui non sono state annunciate nuove misure dopo il pacchetto varato il 10 marzo, per ribattere alle proteste di banche, fondi pensione e compagnie d’assicurazione, soprattutto in Germania, contro i tassi negativi sui depositi presso la Bce. Siamo consapevoli delle complessità che questa misura provoca, ha detto, ma ha anche rilevato che finora non si sono avuti effetti negativi sulla redditività del settore bancario e i margini d’interesse. L’esperienza positiva, ha osservato, non è detto che valga qualsiasi livello dei tassi, il che è suonato come un’ammissione che la Bce non si spingerà molto al di là dell’attuale -0,40%. Quanto alla “espropriazione” dei risparmiatori e dei pensionati tedeschi, ha risposto che se è chiaro che fondi pensione e assicurazioni subiscono gli effetti dei tassi bassi, non è per questo che possono dare la colpa ai tassi bassi di tutto quello che non va, da anni, nei rispettivi settori. Ha ricordato anche che queste istituzioni hanno realizzato forti guadagni di capitale sulle obbligazioni grazie alla politica della Bce. Infine, Draghi ha rammentato che i risparmiatori dovrebbero guardare non ai tassi nominali, ma a quelli reali, depurati cioè dell’inflazione, e questi sono più alti che in diverse occasioni nel passato.
La Bce è ora in fase di «attuazione» delle misure adottate a marzo. Ci vuole «pazienza» perché le misure producano i loro effetti, ha detto Draghi, ammettendo che nei prossimi mesi l’inflazione, oggi a zero, potrebbe tornare negativa. L’obiettivo è di avvicinarsi al 2%.

Il presidente della Bce ha ribadito che, se la situazione dovesse peggiorare (fra i pericoli ha citato i rischi geopolitici, fra cui il referendum in Gran Bretagna sull’uscita dall’Unione europea), il consiglio è pronto ad agire con tutti gli strumenti. Questi non comprendono però l’helicopter money, una distribuzione diretta di soldi ai cittadini. «Non ne abbiamo mai discusso», ha detto Draghi, sottolineandone le difficoltà operative, legali e istituzionali. (Il Sole 24 Ore)

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