Povia, il cantastorie poco politicamente corretto, presenta “ la fenomenologia dei bimbiminkia”

Cultura e spettacolo

di Claudio Bernieri

Milano 23 Aprile – E’ facile ascoltare il Caro Estinto Povia: sintonizzandosi sulla sua pagina Facebook ecco il suo rock da cantastorie imbufalito, un pò fai da te di provincia: si ispira ai cantacronache del sud, tali Ignazio Buttitta , Matteo Salvatore, Orazio Strano, a cui Fedez dovrebbe fare il lustrascarpe a vita. Mentre Filippo Sugar  ci inonda delle stupidere di Elisa e della povera Michelin,  si trasecola quando nei social emerge una canzone vera. Succede  con Povia  da alcuni anni: Povia commenta gli avvenimenti politici da un suo tg musicale personale,  girando video  alla buona dalla sua palestra, a torso nudo, in perfetto aplomb simil Micky Jagger, e ci inonda di supecazzole che non udiremo mai nel plasticoso palco di Sanremo. C’era una volta Luca che era gay, e per colpa del suo matrimonio con una lei, Povia non ha più potuto cantare a Sanremo, nei talent, nei talkshow politicamente corretti, controllati dalla lobby gay e dai radical chic. Da anni Povia  così ha trasformato la sua pagina Facebook in un palcoscenico: e se Radio Italia non lo trasmette (Povia non paga le comparsate) se Povia è sparito alle hit, eccolo su You tube. Succede con l’ultimo brano di Povia, che si autoproclama “militante neoborbonico”: “Al sud”, video impegnato dell’ultimo cantautore che rimane alla Penisola,  sta spopolando negli stores e nei sociali.

banner“Al sud nessuno emigrava, al sud la gente si amava, al sud si lavorava  …al sud c’è sempre una festa, al sud l’aria diversa…” canta Povia nella sua filastrocca pop. “E’ la mia  canzone-video, d’amore&denuncia in difesa del Sud-Italia, terra ricca, prospera, competitiva e produttiva, ma saccheggiata e deindustrializzata da quell’unità d’Italia fatta sul sangue della povera gente che fu costretta ad emigrare per sempre nel mondo” spiega Povia, in procinto del suo debutto del one date tour, in quel di Anagni, la sera del 23 aprile. “La mia passione-missione mi ha spinto a trattare questa storia, e ancora oggi ascoltandola ho gli occhi lucidi. Povia è cognome pugliese. Ve lo chiedo con il cuore SPARGETELA A MACCHIA D’OLIO, DIFFONDETELA, CONDIVITELA OVUNQUE. Cambiamo almeno i libri di storia e diamo al meridione la dignità culturale che gli è stata strappata per lo stesso motivo per cui ancora oggi prevalgono: L’AVIDITA’ E IL POTERE.”

povia-cav-secolo-250x250Il dibattito tra i fans è d’obbligo a tali dichiarazioni perentorie: tutto da seguire nella sua pagina.

Claudio Bertoni parla a nome di un gruppo chianato “Gioventura Piemonteisa” : “parlo di popolo e non di regnanti che hanno danneggiato il proprio popolo grazie anche agli interessi inglesi che volevano appropriarsi del sud, (e su questo ci sarebbe molto da fare con un serio revisionismo storico), dicevo senza inveire contro il nord è riuscito a pubblicare una informazione utile. Bellissima canzone. Ricordiamoci che lo scontro nord sud non è mai stato voluto dal popolo ma dai potenti. Nessuno si chiede come mai 1000 uomini riuscirono a sbarcare a Marsala ove vi erano decine di migliaia di uomini armati ? L’unità d’Italia ha creato danni sia al sud (che avrebbe potuto essere una meta turistica alla pari con le località più rinomate ed esclusive del pacifico grazie alle sue meraviglia della natura e del mare), sia al nord che come il sud è stato penalizzato dagli inciuci degli industriali con le mafie. Importanti personaggi storici dell’epoca, sia del nord che del sud, avevano già idealizzato una repubblica federale (vedi la Germania) che avrebbe evitato uno stato centralista succube delle potenze mondiali”.

Gesualdo Vischetti : “rispetto al Piemonte dei Savoia (indebitato per le guerre contro gli austriaci) il Regno di Ferdinando II era tra i più fiorenti d’Europa, soprattutto grazie alle industrie Napoletane. Con l’Unità, su volontà degli inglesi (che avevano aiutato Garibaldi), si passò dal protezionismo al liberismo (i Savoia estesero la bassissima tariffa doganale su tutta l’Italia) e di fatto distrussero tutto il tessuto socio economico del sud Italia. Per questo e per tanti altri motivi è pacifico affermare che l’Unita d’Italia fu solo un’invenzione finanziaria”.

E Adamo Carmelo Lamponi: ”Eravamo un popolo grande: primi esportatori al mondo di zolfo, flotta navale per la navigazione più importante d’Italia, inventori del tonno sott’olio oggi diffuso in tutto il mondo, migliori vigneti d’Europa, Sicilia granaio d’Italia, il più bravo architetto d’Europa Basile progetta il terzo Teatro più grande d’Europa ecc. ecc..‪Oggi siamo un popolo umiliato, per primo dallo stato che arriva persino a fare accordi con la mafia …”.

Non manca una voce dall’ex regno del Lombardo Veneto, quella di Simone Benetazzo: “Grande Povia…beissima canson…mi so veneto…e come al Sud…combattiamo sta falsa unità d’italia fatta dai savoia/francesi…sto anno da nialtri si celebra il 150° anniversario del plebiscito-truffa (21/22 ottobre) quando già i francesi avevano ceduto ai Savoia (19 ottobre) le terre di San Marco … ti saremmo riconoscenti se prendessi a cuore anca la nostra millenaria storia, magari co naltra beissima canson….la penisola italica è stupenda soprattutto per la sua diversità, storia, cultura, lingue e tradizioni millenarie cancellate da Garibaldi e i Savoia…W il Regno delle Due Sicile e W la Serenissima”.

Così, se le radio e i talent ignorano Povia che ha tenuto duro e non è tornato gay,  a sintonizzarci nella sua pagina Facebook c’è il popolo dei fan, sopratutto sudisti: eccolo nella sua precedente canzone filastrocca pop, in video: “fenomenologia del bimbominkia“. Eccolo in “non sono democratico”, eccolo  in “ chi comanda il mondo”. Pezzi virali, mentre l’ologramma Vasco Rossi riempie ancora gli stadi senza dire gran che. Canta  dalla sua palestra il fenomeno Povia, ex cantore della famiglia politicamente corretta, ora in astinenza mediatica: “al sud è tutto un altro sole”.

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