di Claudio Bernieri
Milano 26 Aprile – Ore 14. E’ di moda, aspettando di contestare la Brigata Ebraica, fare i turisti del 25 aprile: gironzolare, compagni per caso, per corso Venezia, portando a passeggio il cane (con collarino rosso), e acquistando le immancabili riviste introvabili, come in un mercatino dell’antiquariato sui Navigli: ecco il mensile Rivoluzione, il giornale Lotta Comunista, il Bolscevico, la Voce operaia, La Comune …E infine, perché no, un selfie davanti alla bandiera rosso e oro con il faccione di Ocalan, che fa tanto Stalin. Gettonatissime per altri selfie dei “compagni per caso “ le donne curde in tenuta folk stile Benetton, mentre sventolano la bandiera del PKK (Partito comunista curdo) e inneggiano all’eroica città di Kobane.
Angolo di via Palestro con corso Venezia: ore 14, 30. E’ anche l’angolo dei saldi politici di stagione: banchetti di anarchici, di compagni vu cumprà con magliette e souvenir degli anni di piombo (va la T shirt Che Guevara e la T shirt con il logo sessantottino di Lotta Continua), camioncini che vendono birra e cus cus, libri, falci e martello, peluche rivoluzionari… Qui si danno ritrovo i più politicamente corretti della area di sinistra- sinistra-sinistra al quadrato: i no border, il nuovo gruppo più chic della nuova season. I no border, elegantissimi in tenuta casual no block, scaricano da un camioncino decine di cartoni da imballaggio: radicalette chic dei licei bene impilano i cartoni e alzano così una specie di muraglia simbolica, che dovrebbe evocare la frontiera del Brennero e pure il muro che separa la striscia di Gaza da Israele. Una Grande Muraglia di cartone che dirà altolà alla Brigata Ebraica, rea di voler entrare nel corteo da via Palestro.
Ore 15. La punkabbestieria del Cantiere arriva con una muta di cani, tra cui spicca un enorme ringhioso san Bernardo. Un gruppo di sambisti e tangueros in tuta bianca prova balli caraibici, mentre più in là provano i microfoni i digei della sfilata… E debuttano per immancabili selfie ragazzine palestinesi di Hamas, avvolte nei loro tristi pareo neri. Insomma, una festa campestre, questo 25 aprile: spuntano qua e e là le bandiere vintage del Pc, debutta il partitino di Emergency, ci sono le bandiere russe dei volontari del Donbass e degli “antifa” ucraini pro Putin e pure sventola una bandiera nera con l’immagine bianca di un gatto infoiato .. La moda cambia, per la sfilata annuale di culto. Nessuno più porta cartelli augurali o evocativi: è invece “in” sfilare con un quattrozampe al guinzaglio, possibilmente pitt bull o di razza teutonica.
Ore 16. Il gruppo arancione attende invano la miss Balzani: sono decine di damazz del quadrilatero in tenuta Aspesi. Spuntano per i collezionisti le magliette “ Anpi dice no” e la felpa “ partigiani sempre” (sai che noia, borbotta un passante moderato).
Ore 16, 30. Poi parte il corteo: ma la Brigata ebraica gabba i punkabbestia antagonisti e i no border e spunta da via Serbelloni bypassando il rossissimo posto di blocco politicamente corretto. Si srotolano gli striscioni; qualcuno scritto pure in ebraico. Uno schiaffo per la sinistra-sinistra-sinistra che sa a stento l’inglese..
Si parte. In testa il Pd, col servizio d’ordine vestito di giallo, uomini-sandwich del Risotto Scotti. O imitano i colori di Parisi? Silenzio tombale. Nessuno canta, solo si avanza a passo di rumba cubana, i rapper dai camioncini cantano una sbobba stonata, una banda suona Bella Ciao ma sembra la Cucharacha, un cantastorie intona l’immortale Ma mì, ed è l’unico menestrello che riscuote applausi, poi arrivano di corsa i City Angels e infine nugoli di poliziotti in tenuta antisommossa. Tensione: la Brigata Ebraica è sotto assalto. Spunta un vu cumprà , con una enorme bandiera palestinese. .
Ne approfittano Pisapia e Limonta che spuntano da via Spiga e s’infilano nel corteo, per uno spottone.
Intanto i black block, i militanti dei Cub, di Sel, i No global, i fans di Hamas, dei kamikaze, dei chador, delle moschee a gogò e di Fiorella Mannoia attendono in San Babila gli sbarbatelli della Giovane Guardia ebraica. Ragazzi che sembrano tanti boy scout in gita da papa Francesco, e che invece si ispirano ai rudi kibbutz. In divisa blu intonano a cappella Bella ciao e te saludi Ninetta.
I centri sociali, Sel, i nostalgici del Pci ringhiano, sventolano straniti bandiere palestinesi, ostentano lance, banderillas, bastoni: ed enormi amplificatori da discoteca vomitano cha cha cha carioca verso i ragazzini della Giovane Guardia che rispondono con il mantra : “ora e sempre resistenza”.
E passa indenne la Brigata Ebraica, come tra due ali d’un mar rosso comunista: in testa Stefano Parisi che tende lo striscione azzurro dei partigiani ebrei e che commenta: “sciocchezze, quelli sono quattro gatti.”
Un alpino della Brigata Ebraica litiga con un antagonista, “non raccogliete provocazioni” urla il servizio d’ordine della brigata, mentre City Angels e i gialli militanti del Pd si danno da fare per far passare i ragazzini ebrei tra le due ali di barbuti fans di Hamas.
Ed ecco infine davanti al corteo in piazza della Scala il compagno Beppe con il compagno Fiano: s’infilano tra i primi cordoni come portoghesi, mica hanno pagato i biglietto, e al passo di samba che pare un carneval di Bahia, il lungo fiume di popolo del 25 aprile guidato da Mr. Expo entra in piazza Duomo. Carramba che corteo.