Milano 26 Aprile – Non so voi, ma nel dibattito tra Davigo e Renzi io sento un grande vuoto. Mi rendo conto di essere largamente fuori dallo Spirito dei Tempi, ma dove sono, esattamente, i valori in questa discussione? Da una parte Davigo accusa la politica di proteggere i ladri, dall’altra Renzi accusa Davigo di voler fare il capo di un Governo non eletto e non legittimato. Il che sarebbe come minimo inelegante, si può essere capi di governi non eletti uno alla volta e quel posto in questo momento lo occupa già Matteo. E fin qui è tutto chiaro. Quello che sfugge un po’ di più è come Davigo e tutta l’Anm intendano gestire la grande emergenza delle carcerazioni preventive errate, come presentate da una inchiesta de La Stampa. Per qualcuno questo sarà un dettaglio, rispetto a questioni più pressanti. Tipo l’Isola dei Famosi o la restrizione della prescrizione. Ma è esattamente la radice di ogni male. La carcerazione preventiva errata si chiama anche ingiusta detenzione. Alias sequestro di persona. Alias massimo arbitrio dello Stato, se togliamo tortura e morte. Non sono errori. Sono il motivo stesso per cui esiste un codice di procedura penale, ovvero delle garanzie costituzionali che devono proteggere l’imputato. Non è un gargarismo, come definì Travaglio la presunzione di innocenza. È l’ultima barriera tra voi ed il Leviatano. Con i suoi servi. Ad oggi quella barriera è stata abbattuta per la semplice e cinica ragione che, con il codice Vassallo dell’89, nella giustizia penale non funziona niente. Il sistema è inutilmente farraginoso. Consente tempi infinitamente dilatati che consentono prescrizioni certe. Ed allora, i cari amici di Davigo decidono a giocare a fare Dio con i diritti dei singoli. Sollecito può anche non stare simpatico, ma gli anni di galera, diconsi ANNI, di galera da innocente come li vogliamo calcolare? Come li vogliamo chiamare se non il tributo illegale ed ingiusto all’ego di magistrati che della realtà non sanno cosa farsene? Nulla si può dire di tutto questo, se non torniamo alle origini, alle radici. Ed in principio, non dimentichiamocelo mai, c’era la giustizia liberale. Oggi dovrebbe essere materia di Renzi, se gli fregasse qualcosa dei principi. Ma lui, imperterrito, considera materia rilevante solo le beghe dell’oggi e qui. E la riforma della prescrizione serve per tenere buone le componenti moderate della magistratura, dopotutto.
Ma cos’è, in sintesi, la giustizia liberale? Me lo spiegò una volta mia nonna raccontandomi del mio bisnonno maresciallo dei carabinieri. In famiglia si dice che gli assomiglio molto fisicamente e qualcosa devo aver preso anche nel carattere. Lui sosteneva che erano meglio dieci colpevoli liberi che un innocente in carcere. Davigo e tutti i forcaioli che lo difendono, danno l’impressione di considerare un fallimento avere un solo colpevole libero. E per evitarlo sono disposti ad incarcerare qualsiasi numero di innocenti. Dopotutto, l’innocenza non prova nulla. Renzi si limita a considerare un successo se di quegli innocenti in galera la maggioranza è tesserata ad altri partiti. L’unico partito, oltre ai Radicali, ad essersi sempre battuto contro questo abominio è stato Forza Italia. È stato. Perché oggi sul tema è silente. Ed è un gran peccato, perché era una buona battaglia. Che dovevamo combattere per una buona ragione. Mantenendo la Fede.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,