Hai dimenticato quello che stavi per dire? Ecco perché

Scienza e Salute

Milano 26 Aprile – Vi è mai capitato di essere interrotti nel bel mezzo di un racconto da una telefonata improvvisa? Avete dimenticato quello che stavate dicendo? Uno studio sull’attività elettrica del cervello pubblicato su Nature Communications potrebbe ora spiegare perché questo accade.

ORIGINE COMUNE. Secondo Adam Aron dell’Università della California di San Diego, a interrompere il flusso di pensieri sarebbe lo stesso meccanismo che blocca bruscamente i nostri movimenti quando, per esempio, facciamo per uscire da un ascensore e troviamo qualcuno che aspetta davanti alla porta.

Il principale responsabile di quelle interruzioni improvvise delle azioni motorie, e forse anche della repentina cancellazione del flusso di pensieri – è il nucleo subtalamico, una piccola formazione di neuroni che si trova nel diencefalo, una porzione di cervello umano al centro della scatola cranica.

UN TEST DI MEMORIA. Nel corso del loro studio, Aron e colleghi hanno sottoposto 20 volontari sani e 7 malati di Parkinson a un compito di memoria di lavoro: tenere a mente una stringa di caratteri. L’interesse per il Parkinson non è causale. Può infatti accadere che i flussi di pensiero di chi ne soffre siano particolarmente stabili e difficili da dissolvere; l’ipotesi è che le stesse strutture cerebrali che svolgono un super lavoro per bloccare i tremori tipici della malattia, rendano i pazienti anche iperconcentrati e tenaci nei loro pensieri.

EFFETTO SORPRESA. Mentre i volontari provavano a tenere a mente le lettere, hanno udito semplici suoni monocordi. Ma in alcune occasioni, quelle note sono state sostituite dal cinguettio improvviso di un uccellino: uno stimolo strano abbastanza da spiazzare il malcapitato.

L’attività elettrica cerebrale registrata durante la “sorpresa sonora” è apparsa simile a quella tipica delle interruzioni improvvise del movimento: ad essere coinvolto è proprio il nucleo subtalamico. Più questa struttura lavorava, più è stato difficile, per i soggetti, riportare alla mente la stringa di lettere.

BASI ANALOGHE. «Quello che abbiamo dimostrato finora – dicono i ricercatori – è che gli eventi inaspettati coinvolgono lo stesso circuito cerebrale che usiamo per bloccare deliberatamente le nostre azioni; questo meccanismo sembra influenzare il grado con cui questi eventi influiscono sui flussi di pensieri che avevamo (prima di essere interrotti)».

ANTICO COME L’UOMO. Resta da capire perché questo accada: forse, per ragioni evolutive. Quando camminavamo per la savana fantasticando sulla cena, questa capacità di interrompere bruscamente i pensieri e ritornare alla realtà dovette salvarci più volte la vita, facendoci concentrare sugli stimoli pericolosi. La scoperta potrebbe avere ripercussioni importanti sia sui pazienti con malattia di Parkinson, sia su chi soffre di vari disturbi dell’attenzione. (Focus)

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