Milano 29 Aprile – La pittura manca ancora, ma l’affresco, nelle sue linee di fondo, è già tinteggiato. «La nostra ambizione è di realizzare una città della scienza e dell’innovazione, aperta 24 ore su 24. E che preveda al suo interno tutte le strutture necessarie a renderla viva. A cominciare da quelle per lo sport, l’intrattenimento e la ristorazione». Giuseppe Bonomi, nel suo nuovo ufficio di amministratore delegato di Arexpo, stende sul tavolo la pianta del sito dove un anno fa apriva i battenti l’Esposizione universale di Milano. E tratteggiando con la matita i punti che ospiteranno i campi di calcetto e di basket da un lato e le strutture del centro di ricerca dall’altro, si abbandona a una confidenza: «Nella mia carriera ho affrontato tante situazioni complesse e delicate, ma a un mese dall’avvio di questo mio nuovo lavoro devo dire che è la prima volta in tanti anni che mi trovo a dover costruire un’azienda da zero. Sfida entusiasmante, non c’è che dire. Ma che si misura con la necessità di riaprire il sito al pubblico in meno di un mese».
In realtà il primo appuntamento è previsto già il primo maggio, con un concerto del Teatro alla Scala.
«Sì, un evento a inviti, con fuochi d’artificio e l’Albero della Vita che tornerà a colorarsi, per effetto della luce dei proiettori. Un assaggio di quanto si sta preparando».
Nel dettaglio?
«Abbiamo stilato un primo palinsesto di eventi. Il 25 maggio ospiteremo il concerto di Andrea Bocelli, organizzato dalla sua Fondazione e da quella di Javier Zanetti. Una serata a inviti, con 2.000 vip attesi e, sul palco, ospiti come Sting e Paul McCartney. Ci stiamo adoperando per portare l’accesso dell’Open Theatre a 6.500 persone, grazie alle tribune coperte che allestiremo. Ma la scommessa è riaprire al pubblico 130.000 metri quadri del sito Expo dal 27 maggio».
Riuscirete a riaccendere anche l’Albero della Vita?
«Assolutamente sì, già nel corso di questa stagione. Riapriremo tutta l’area del Cardo. Quella che contiene anche Palazzo Italia, l’Open Theatre, i Padiglioni della XXI Triennale. L’accesso sarà consentito dagli ingressi di Cascina Merlata, Roserio e Triulza. Atm attiverà un’apposita linea di bus dalla Fiera a Roserio. L’obiettivo è di garantire la fruizione di uno spazio ampio e ben collegato, già palcoscenico di un evento straordinario come l’Expo 2015».
Molti si aspettano una continuazione di quei sei mesi…
«Questo è un punto importante. È bene precisare che noi non riapriremo un pezzo di Expo, ma un nuovo parco attrezzato, così che la gente possa sentire questo spazio di nuovo suo. Per la stagione 2017, la prossima primavera, ci sarà un palinsesto molto più ricco».
Cosa resta di Expo 2015, un anno dopo la sua inaugurazione?
«Un’area infrastrutturata come nessun’altra. Senza pari in Europa».
Invidio il suo entusiasmo.
«Non sono tutte rose e fiori. Da 10 giorni fa, quando abbiamo iniziato a lavorare, al 25 maggio prossimo abbiamo contato 194 adempimenti cui far fronte. Sul piano amministrativo e su quello tecnico. Parte del sito è un cantiere, che va separato dal resto attraverso una cesata artistica. E già questo non è uno scherzo».
Cosa prevedete, a parte i concerti?
«Oltre mezzo chilometro di percorso dedicato allo Street Food. Stiamo cercando esercenti pubblici e pubblicheremo avvisi per sollecitare manifestazioni d’interesse di operatori commerciali. Inoltre, abbiamo previsto impianti sportivi sul lato ovest del Cardo e, di fronte, una zona balneare, con giochi acquatici e sabbia».
Gli occhi di tutti sono sul centro di ricerca.
«I lavori potrebbero partire già dalla prossima estate. Mancano solo alcuni dettagli contrattuali».
E il resto dell’area?
«Il masterplan è il nostro vero mestiere. Servirà a governare il processo di trasformazione territoriale, cioè lo sviluppo immobiliaere dell’area. L’attività di pianificazione partirà in estate. Non appena, cioè, avremo individuato l’advisor internazionale che possa supportarci nell’eleborazione del masterplan».
Tempi?
«È un processo lungo. Sarei molto soddisfatto se arrivassimo a farlo approvare da tutti gli enti competenti per giugno dell’anno prossimo».
E poi?
«Poi ci concentreremo sui singoli progetti. Dando così una risposta alle manifestazioni d’interesse: quella dell’Università Statale, dell’Ibm, della Bosch e di altre multinazionali interessate a investire».
Bonomi, mi ha detto quando ha iniziato questo nuovo lavoro ma non quando finirà.
«La società Arexpo non ha una scadenza. Dopo il materplan dovrà occuparsi del piano industriale. Inoltre la sua mission è cambiata. L’obiettivo non è più vendere le aree dell’Expo, ma attirare qui grandi investimenti per valorizzarle al massimo e creare una città del futuro».
Non ha mai parlato di soldi.
«Non mi preoccupa l’attuale livello d’indebitamento dell’azienda. Come deciso in febbraio, la società diventerà presto a capitale totalmente pubblico. Il governo entrerà infatti, attraverso il ministero dell’Economia, con 50 milioni di aumento di capitale. Fondazione Fiera Milano uscirà e gli altri soci Comune di Milano e Regione Lombardia ridurranno le proprie quote. Il nuovo statuto prevede la durata della società fino al 2050».
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845