Milano 30 Aprile – Se una Giunta uccide alberi a gò gò, se abbandona all’incuria i giardinetti con i giochi dei bambini, se, in sintesi, dell’arredo e del decoro urbano se ne frega, non ci si dovrebbe meravigliare del catrame sparso qua e là nella città. Una normalità di disordine e di insensibilità che fa a pugni con la cura dell’ambiente che doveva essere prioritaria nell’amministrazione Pisapia. Un’ideologia ambientalista che ha dimenticato la cura degli spazi di vita comune, per esprimersi in un’unica faraonica e spesso inutile direzione: le piste ciclabili. Un totem da realizzare anche dove non era opportuno, dove era nocivo al commercio, dove sottraeva sensibilmente posti auto per i residenti. La Milano di Pisapia pùò essere vista come una casa sporca, soprattutto negli angoli, a cui hanno tolto finestre di aria pura, ma, in compenso, è stata riempita di mobili senza gusto e alla rinfusa, credendo siano utili. L’ennesima esemplificazione di degrado è segnala dall’attenzione di Urbanfile: “Piazza Resistenza Partigiana (o forse qui siamo già in Conca del Naviglio?); comunque il piccolo spiazzo alberato tra Corso Genova, Via Edmondo de Amicis e Via Conca del Naviglio, proprio di fronte allo storico Bar Pasticceria Cucchi, a voler ben guardare, ha un aspetto davvero poco curato. Ci sono cinque povere piante di platano che cercano di farsi spazio nel risicato forellino che il Comune gli ha concesso, forse negli anni Trenta e che ora a stento li contiene. I fori nell’asfalto per ospitare le piante in origine erano (presumiamo, visti i fori anche ricoperti da catrame) 7, poi due piante ci hanno lasciato e sono state sostituite da una bella spianata di catrame. I fori erano contenuti da un cerchio in cubetti di porfido (sampietrini) che come si nota dalle immagini, oramai sono stati distrutti dalle piante stesse o fatti sparire da interventi successivi e mai più risistemati.
Osservando questo spazio si ha proprio l’idea che nessuno abbia più messo mano all’arredo urbano da secoli. A completare questo bel quadretto troviamo un’edicola brutta e sgangherata e un chiosco dei fiori ridotto allo stesso modo.
Cosa sarebbe il caso di fare? Magari togliere tutto quell’inutile catrame e sistemare una bella aiuola centrale.” Rimandiamo alle foto descrittive della testata Urbanfile, perché molto esaustive
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano