Milano 2 Maggio – Con quali criteri vengano assegnati i premi Nobel per la Pace è un mistero ma che questo riconoscimento venga dato ad un politicante che rischia di gettare il mondo in una guerra che potrebbe avere tragici risvolti, anche di tipo nucleare, è motivo valido affinchè a Stoccolma comincino a decidere a chi concedere tale riconoscimento non in base al colore della pelle ed al politicamente corretto ma in base ai valori che il politico insignito del Nobel rappresenta nel mondo reale. Inutile dire che per l’ennesima volta il Presidente Obama non sta rappresentando i valori della pace nel mondo bensì sta dimostrando di essere la più seria minaccia per essa ed il suo eventuale successore femminile ne sarà la drammatica conclusione.
Aumentano le tensioni militari tra Russia e Stati Uniti nel Baltico, seguite da scontri tra le forze aeree dei due paesi in un contesto di rinnovate tensioni tra Mosca e Washington, dopo alcuni passaggi ravvicinati, avvenuti a metà aprile, da parte di aerei russi, al cacciatorpediniere americano “USS Donald Cook” in acque internazionali nel mar Baltico.
Venerdì scorso, un aereo da ricognizione US Air Force RC-135, nell’esecuzione di un volo di routine nello spazio aereo internazionale sul Mar Baltico è stato intercettato da un caccia SU-27 russo, in modo pericoloso e poco professionale, stando alle dichiarazioni del comandante delle forze Usa in Europa (EUCOM), con sede a Stoccarda.
Da parte sua Mosca ha negato qualsiasi incidente, dichiarando che il loro velivolo militare ha rispettato le norme internazionali di sicurezza aerea e ha accusato gli Stati Uniti di inviare continuamente aerei spia in Russia. “Stiamo iniziando ad abituarci alle critiche ed alle provocazioni del Pentagono in materia di presunte manovre non professionali dei nostri caccia quando intercettano aerei spia americani ai confini russi”, ha detto in un comunicato il portavoce del ministero della Difesa russo, il Generale Igor Konachenkov.
Questi “aerei da ricognizione” degli Stati Uniti si avvicinano al confine con lo spazio aereo russo con il transponder spento, il che li rende invisibili agli altri aerei, di conseguenza, le forze di difesa aerea devono inviare i caccia per identificare visivamente questo tipo di velivolo e il loro numero di identificazione, continua la dichiarazione del Cremlino. Pertanto la US Air Force e la Casa Bianca che ne è responsabile, potrebbero, se volessero realmente perseguire la via del pacifico dialogo e della diplomazia, optare tra due soluzioni: o non volano vicino ai confini russi, oppure accendere il loro transponder in modo che i radar di Mosca li possa identificare e comunicare con loro via radio. Non penso che sia difficile per un pilota militare accendere il trasponder: deve solo schiacciare “on” il pulsante che poco prima aveva schiacciato su “off”.
Il 17 aprile, un incidente aveva già opposto un russo SU-27 e US RC-135. Washington aveva ancora una volta denunciato il comportamento “pericoloso” del caccia russo e Mosca aveva risposto che “non corrispondeva alla realtà”.
In questo clima di tensione con Mosca, la voglia di guerra della Casa Bianca ha fatto si che Obama desse ordine a due US F-22 caccia stealth di far rotta ed atterrare in Lituania presso alla base di Siauliai, dove attualmente stazionano caccia spagnoli che, nell’ambito di un’operazione della NATO, pattugliano i cieli dei tre paesi baltici che si dicono preoccupati per la politica espansionistica della Russia, io sinceramente sarei più preoccupato della politica espansionistica di Obama e dei suoi alleati tagliagole islamici.
I paesi baltici, infatti, si dichiarano preoccupati per le azioni di Mosca in Ucraina, dove la Russia ha annesso, col consenso del popolo residente, la Crimea, nel marzo 2014 e del sostegno con armi e truppe dei separatisti filo-russi nella parte orientale dell’ Ucraina. Come membro della NATO, la Germania, potrebbe schierare truppe in Lituania, ma tale decisione è attesa nel mese di luglio, in un vertice dell’Alleanza atlantica a Varsavia.
Pare che Fuhrerin Merkel abbia voglia di imitare il suo predecessore di origine austriaca insieme agli stessi alleati di un tempo.
Impiegato presso una nota multinazionale americana, ha avuto varie esperienze di dirigenza sia in campo professionale che in campo politico.
Scrive per Milanopost ed altre testate, soffermandosi soprattutto su Israele, Medio Oriente, Africa sahariana e subsahariana. Giornalista Freelance scrive più per passione che per professione.