Sala risponde alle sei domande del Sole 24 Ore e un lettore, stanco di parole, commenta

Cronaca

Milano 5 Maggio

  1. Quanto è solida e che cosa manca alla coalizione che la sostiene?
La coalizione è solida sui temi di fondo e sui valori della città che vogliamo. Sono i valori dell’inclusività, della condivisione, dei diritti e dei doveri chiari.

  • Lettore – Solida è una parola grossa. Dopo insulti e accuse durante le primarie e nella fase della distribuzione delle poltrone, la coalizione ha trovato la solidità nella fame per il potere, costi quel che costi. Con la sinistra sinistra che ha un suo candidato, con il fallimento, in pratica, della coalizione arancione onnicomprensiva. Solida sui temi che stanno in fondo ad un’ideologia che considera valori l’inclusività (vocabolo poco usato…Pisapia avrebbe detto inclusione, ma..Sala è Sala) soprattutto degli immigrati e dei Rom, perché dell’inclusione sociale dei milanesi poveri poco importa. Valori intesi come diritti e doveri chiari. Ma ad oggi i diritti dei cittadini sono sempre stati chiaramente secondi ad altre categorie, ignorando da parte del Comune il dovere di aiutare gli ultimi. Davvero esemplare condivisione
  1. Qual è l’iniziativa che condivide di più di quelle che le lascerà in eredità Pisapia?
    La giunta Pisapia ha fatto molto per Milano su diversi fronti, ma in particolare sulla legalità, diventata un simbolo di questi cinque anni di amministrazione. Se poi lo rapportiamo a quanto ha fatto il centrodestra in Regione con i vari Formigoni, Daccò, Rizzi, beh… la differenza è chiara. La legalità e la trasparenza saranno un elemento cruciale della mia candidatura. Vogliamo che Milano sia leader in Italia anche da questo punto di vista e all’avanguardia nella capacità di gestire al meglio il bene pubblico nella massima trasparenza.

Lettore – Sala non sa fare un’affermazione senza fare paragoni. La legalità è stata un cavallo di battaglia sia di Albertini che pure è stato eletto nel periodo turbolento post Tangentopoli, sia della Moratti. E hanno  mosso miliardi per opere pubbliche tutte da guardare. Pisapia non ha mosso un dito, non ha promosso nulla..d’accordo nella legalità. Ma c’è una bella differenza. Quanto alla trasparenza non è stata così trasparente l’azione di questa giunta se spesso non si sono fatti i bandi quando sarebbe stato opportuno emanarli e se a vincere assegnazioni sono quasi sempre state associazioni molto vicine politicamente alla stessa sinistra. E a livello personale esemplare la trasparenza nel “dimenticare” di denunciare la villa a Saint Moritz ecc. Quanto al molto fatto da Pisapia non si vede neppure con il lanternino. Forse lo vedono i Rom, i profughi e comèagnia. Aspirare di gestire al meglio Milano è una fantasia legittima, ma con la zavorra dei vari Majorino, Rozza, Granelli, Maran, come farà?

  1. La prima opera da avviare a Milano?
    Lo sblocco della riqualificazione degli scali ferroviari, perché rivestono un’importanza strategica per la città. Finora è stato fatto un grande lavoro negoziale è importante ripartire da dove ci si è fermati, se necessario fare migliorie, ma in tempi brevi, e poi partire con i lavori.

Lettore – Fosse che fosse la volta buona, perché Pisapia è rimasto col cerino in mano

  1. Il primo problema da risolvere a Milano?
    Abbiamo una “macchina pubblica” appesantita da un’eccessiva burocrazia, elemento che crea inefficienze e rende la città poco attrattiva per gli investitori esteri. Ritardi, autorizzazioni cavillose, mancanza di comunicazione tra uffici creano problemi e rallentano i processi. Voglio puntare sulla semplificazione della Pubblica Amministrazione, renderla più moderna e garantire una ricaduta positiva sulle piccole e medie imprese.

Lettore – Ma l’attuale Giunta invece di appesantire la burocrazia e gli sportelli informativi con i vari registri farlocchi sulle unioni gay ecc. perché non ha provveduto ad iniziare almeno, un’opera di semplificazione?

     5. Dove troverà le risorse per il suo programma?

Alcune delle risorse economiche che ci servono potranno essere recuperate diminuendo la presenza del Comune nelle partecipate: non è un tabù scendere al di sotto del 50%, mantenendo comunque la governance pubblica. Questo intervento permetterà di liberare risorse da allocare in altri progetti previsti dal programma.

Lettore – Scommetto, invece, che la pressione fiscale aumenterà, come del resto fa sempre la sinistra che sa far cassa solo con tasse e multe

  1. Qual è il punto debole della sua candidatura e come cerca di superarlo?
    Sono un manager che ha un trascorso imprenditoriale, a volte il mio linguaggio diretto e franco mal si adegua al linguaggio e ai riti della politica. Chi poi mi frequenta, riconosce che questo non è un limite, ma anzi un importante fattore distintivo che mi caratterizza.

Lettore – Più che altro è un linguaggio da padrone delle Ferriere: so tutto io, faccio tutto io..Un linguaggio che certamente non segue il rococò opportunistico della sinistra che è maestra nel dire e non dire. Ma, non ti preoccupare, stai imparando in fretta il politichese.

Un lettore stanco di parole

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