Milano 6 Maggio – La Scala è in crisi, la Scala vuole più autonomia per usufruire con più libertà dei soldi privati, la Scala sa coniugare con equilibrio pubblico e privato ecc. ecc.: questi i tormentoni di due anni fa di fronte alle difficoltà di gestione. Poi arrivò Pereira e molti arricciarono il naso prevedendo che avrebbe comprato cartelloni e compagnie relative all’estero: previsione confermata dai fatti. Ma si sperava nella vigilanza del Sindaco, nello specifico di Pisapia che, della Fondazione Scala, è Presidente. Ma Pisapia non solo non conosce l’orgoglio di essere milanese, ma, evidentemente, neppure quello di essere italiano.
Pereira, come riferisce Il Giornale, compra all’esteroe Pisapia non fa un plissé. “…Due dei titoli acquistati sono addirittura opere dell’italianissimo Verdi di cui esistevano allestimenti scaligeri recenti e di alta qualità. Dal festival di Salisburgo, di cui Pereira è stato sovrintendente, arrivano il Don Carlo, regia di Peter Stein, e il Falstaff, regia di Damiano Michieletto. Ma la Scala ha in casa il Don Carlo verdiano di Daniele Gatti, che risale al 2008, e il Falstaff per la regia di Robert Carsen, che come regista della Fanciulla del West sta conquistando proprio in questi giorni il pubblico milanese. Non a caso una simile polemica si era già scatenata nel 2014.
In più, sono stati noleggiati dall’Opera di Zurigo I maestri cantori di Norimberga di Wagner, regia di Stephan Herheim, e da Bordeaux l’Anna Bolena di Donizetti, altro titolo italiano.
Il paradosso così è che i primi tre mesi di programmazione, a parte una ripresa della Traviata, sono totalmente occupati da quattro acquisizioni dall’estero, tra le quali tre titoli italiani prodotti all’estero. La Scala, invece di esportare, fa da palcoscenico a produzioni altrui. Per fortuna “La Regione, uno dei soci fondatori della Fondazione Scala, ha bocciato il cartellone 2016- 2017 che Pereira aveva appena presentato al consiglio d’amministrazione. Francesco Micheli, consigliere di lungo corso, molto esperto di lirica oltre che di vicende scaligere, si è astenuto. Un segnale che il dissenso verso la gestione Pereira potrebbe estendersi. Così, la stagione si aprirà con Madama Butterfly di Giacomo Puccini per l’opera e Coppelia per il ballo, ma l’attrattiva dei due titoli non è stata sufficiente a ammaliare e a distogliere l’attenzione dai conti e dalla qualità dell’insieme della programmazione.
L’assessore regionale alla Cultura, Cristina Cappellini, rappresentante nel cda, ha votato contro. La questione, per la Regione, riguarda il criterio in base al quale sono scelte le produzioni: troppi spettacoli sarebbero acquistati o noleggiati da altri teatri, a volte da teatri in cui Pereira ha lavorato in passato, con spese elevate. Questo nonostante potevano essere privilegiate opere già prodotte dalla Scala di indubbio valore artistico.”
Come qualificare il colpevole silenzio assenso di Pisapia?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano